Ecco un collage di foto curiose trovate in rete di cui ho fatto un video con relativi commenti e musica. Buona visione. Trattasi della compilation n.1. Buon divertimento e...buona visione!
mercoledì 27 ottobre 2010
martedì 26 ottobre 2010
Bici sul treno gratis anche in Liguria
Si può portare la bicicletta sul treno senza pagare. La Liguria, grazie ad un accordo con Trenitalia, offre il servizio già attivo in altre quattro regioni italiane. Una buona notizia per turisti e pendolari. Per la regione costiera un beneficio ambientale. Da dicembre sui treni regionali liguri si potrà viaggiare con la bicicletta al seguito senza pagare il supplemento bici di 3,50 euro. L'accordo tra la Regione Liguria e Trenitalia prevede la gratuità del servizio per i prossimi quattro anni. In Italia le bici viaggiano gratis sui treni anche in Puglia, in Campania, nelle Marche e in Basilicata. A partire da dicembre sui treni regionali liguri si potrà viaggiare con la bicicletta al seguito senza pagare il supplemento bici di 3,50 euro. L'accordo tra la Regione Liguria e Trenitalia prevede la gratuità del servizio per i prossimi quattro anni. ??Esprime soddisfazione la Fiab, da sempre in prima linea per promuovere politiche di incentivo all'utilizzo delle due ruote. "Si tratta di un forte impegno a favore della mobilità sostenibile” ha dichiarato Romolo Solari, vice presidente nazionale Fiab. "Indubbi i vantaggi di tale provvedimento per il cicloturismo e per l’ambiente. I cicloamatori saranno invogliati a raggiungere con treno+bici le nuove ciclabili del Parco Costiero del Ponente, dell’Entella, della Val Fontanabuona e le zone pianeggianti della bassa Val di Magra". Il vice Presidente non dimentica l'importanza del provvedimento anche nelle aree urbane, in termini di vantaggi non solo ambientali ma anche economici per i pendolari: "Genova ad esempio ha 23 stazioni ferroviarie urbane che servono un'area vastissima lungo la costa e le valli dell’interno. L'utilizzo gratuito della bici combinato con il treno può rendere ancor più vantaggioso l'uso della ferrovia laddove si debbano raggiungere luoghi non vicinissimi alla stazione. I pendolari soprattutto potranno trarre vantaggi economici e forti risparmi di tempo utilizzando la bici nel percorso casa / stazione / posto di lavoro".??Ma la Liguria non è l'unica regione italiana in cui le biciclette possono viaggiare a costo zero sui treni. Pioniera è stata la Puglia nel 2007, cui è seguita nel 2009 l'analoga iniziativa delle Marche e della Campania (il sabato e i festivi) e, nel 2010, della Basilicata, oltre che sui mezzi delle Ferrovie Sud Est.??Lo stivale si sta così progressivamente adeguando ad altri paesi europei, come la vicina Francia, dove da anni la bici viaggia senza pagare. In ogni regione, tale iniziativa rientra nella volontà di agevolare gli spostamenti urbani e quelli turistici e di promuovere la mobilità sostenibile.Fonte: Eco dalle Città
lunedì 25 ottobre 2010
sabato 23 ottobre 2010
Giro d'Italia 2011: ecco le tappe
Sono gli scalatori a sorridere alla presentazione del Giro d'Italia 2011. Sette arrivi in salita, una solo crono individuale in pianura ed una cronoscalata, tante montagne arcigne, finali di tappa quasi mai scontati, lo sterrato a più riprese. E' un Giro che può far spettacolo ad ogni giorno. E' un percorso durissimo, con almeno 4 - 5 tappe che faranno grandissima selezione e tante frazioni intermedie che possono far scattare l'ispirazione per attacchi a sorpresa. Occasioni per i velocisti ce ne saranno poche, forse cinque. Ma passiamo in rassegna il percorso tappa per tappa.
Prima tappa: 7 maggio cronosquadra Venaria Reale-Torino, km 21,5 - Si aprirà con una cronosquadre nella prima capitale d'Italia, uno dei tanti richiami ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Il percorso sarà facile e scorrevole.
Seconda tappa: 8 maggio, Alba-Parma, km 242 - Subito una delle tappe più dure, con probabile soluzione in volata. Unico GPM a 30 km dall'arrivo, Tabiano Terme.
Terza tappa: 9 maggio, Reggio Emilia-Rapallo, km 178 - Si passa dall'Emilia alla Liguria per arrivare a Rapallo. Ad una decina di km dall'arrivo si affronta lo strappo di Madonna delle Grazie, una possibile occasione per sorprendere i velocisti.
Quarta tappa: 10 maggio, Quarto dei Mille-Livorno - Altra citazione storica con la partenza da Quarto, dove Garibaldi si imbarcò per la Spedizione dei Mille. La tappa attraversa la Versilia per arrivare a Livorno, anche qui con strappetto nel finale, a Montenero, dove qualche finisseur potrebbe provarci.
Quinta tappa: 11 maggio, Piombino-Orvieto, km 201. - Torna lo sterrato che tanto spettacolo ha avuto nell'ultimo Giro. Il percorso è molto movimentato, con tre salite oltre allo strappo finale verso Orvieto. Il tratto più duro è a una cinquantina di km dall'arrivo, il Croce di Fighine.
Sesta tappa: 12 maggio, Orvieto-Fiuggi terme, km 195 - Il Giro scende verso sud. L'unico GPM è nella primissima fase, ma il finale è comunque mosso e non sarà scontato per i velocisti riuscire a giocarsi la vittoria.
Settima tappa: 13 maggio, Maddaloni-Montevergine di Mercogliano, km 100. - E' la tappa più breve. Il primo arrivo in salita è un classico, Montevergine. E' una scalata facile, una quindicina di km al 4% dove non ci saranno differenze importanti.
Ottava tappa: 14 maggio, Sapri-Tropea, km 214. - Un altro finale scoppiettante nello stesso scenario dove Bettini vinse la tappa del 2005. Un arrivo tortuoso da scattisti.
Nona tappa: 15 maggio, Messina-Etna , km 159. - Si passa in Sicilia con il primo vero test per gli uomini di classifica, l'Etna. La scalata è doppia, da due diversi versanti. Qui si potranno vedere, oltre a paesaggi lunari, anche i veri valori in campo.
Decima tappa: 17 maggio, Termoli-Teramo, km 156 - Dopo il giorno di riposo si riparte dal Molise. La tappa segue l'Adriatico per poi piegare verso Teramo con un finale in falsopiano che dovrebbe rivelarsi adatto ai velocisti.
Undicesima tappa: 18 maggio, Tortoreto Lido-Castelfidardo, km 160 - La tappa che porta il Giro nelle Marche è un continuo susseguirsi di salitelle e strappi. E' un percorso da fuga da lontano, ma potrebbero esserci delle sorprese.
Dodicesima tappa: 19 maggio, Castelfidardo-Ravenna, km 171 - Finalmente i velocisti avranno a Ravenna una tappa completamente piana per sprintare senza problemi.
Tredicesima tappa: 20 maggio, Spilimbergo-Grossglockner, km 159 - Inizia con la tappa che sconfina in Austria la parte decisiva del Giro d'Italia. Dopo il facile Passo di Monte Croce Carnico si affrontano altre due salitelle in Austria prima degli ultimi 6 km al Grossglockner, una salita quasi al 10% di media. Qui ci potranno già essere dei segnali chiari.
Quattordicesima tappa: 21 maggio, Lienz-Monte Zoncolan, km 210 - E' una delle due tappe più attese, insieme a quella del Finestre. Un percorso durissimo che comprende l'inedito Monte Crostis, con un tratto sterrato prima della scalata allo Zoncolan, la più estrema delle salite. Un appuntamento decisivo per chi vorrà vincere il Giro.
Quindicesima tappa: 22 maggio, Conegliano-Gardeccia-Val di Fassa, km 230 - Il tappone dolomitico per antonomasia. Anche se il nome dell'arrivo è poco noto si prospetta una tappa entusiasmante. Si scalano salite dure come Giau e Marmolada prima dell'arrampicata finale al Rifugio Gardeccia, una salita di circa 6 km, ai piedi delle Torri del Vaiolet. L'attacco decisivo però potrebbe essere sulla penultima salita, la Marmolada.
Sedicesima tappa: 24 maggio, Belluno-Nevegal, cronoscalata km 12,7. - Una cronoscalata decisamente diversa da quella di Plan de Corones della scorsa edizione. Qui la salita sarà piuttosto morbida e adatta a corridori come Nibali.
Diciassettesima tappa: 25 maggio, Feltre-Sondrio, km 246 - Tappa lunghissima con due salite facili come Tonale a Aprica che dovrebbero favorire una fuga di uomini fuori classifica.
Diciottesima tappa: 26 maggio, Morbegno-San Pellegrino Terme, km 147 - Tappa breve che potrebbe essere destinata ad una fuga da lontano. Unica salita è Passo Ganda, una decina di km ai 30 dall'arrivo.
Diciannovesima tappa: 27 maggio Bergamo-Macugnaga, km 211 - Ci saranno salite per tutti i gusti in questo Giro d'Italia. Quella di Macugnaga sarà adatta ai passisti - scalatori, essendo un traguardo di media difficoltà. Prima si affronterà il Mottarone, poi gli ultimi 16 km porteranno a Macugnaga con una pendenza del 5%. Una salita che non dovrebbe fare grandi differenze.
Ventesima tappa: 28 maggio, Verbania-Sestriere, km 242 - E' la tappa clou del Giro. Il Colle delle Finestre sarà il giudice finale della corsa. Una salita lunga, selvaggia e severa, con gli ultimi 8 km sterrati, sempre su pendenze tra l'8 e il 10%. Dopo la discesa, risalita al più morbido Sestriere, stesso finale del Giro 2005. Una tappa da grande battaglia.
Ventunesima tappa: 29 maggio, cronometro Milano-Milano, km 32,8 - Si chiude a cronometro, come piace a Zomegnan. La corsa sarà su una distanza più corposa rispetto a quella di Verona dell'ultima volta e su un percorso più da spingere. Arrivo in Piazza Duomo.
Seconda tappa: 8 maggio, Alba-Parma, km 242 - Subito una delle tappe più dure, con probabile soluzione in volata. Unico GPM a 30 km dall'arrivo, Tabiano Terme.
Terza tappa: 9 maggio, Reggio Emilia-Rapallo, km 178 - Si passa dall'Emilia alla Liguria per arrivare a Rapallo. Ad una decina di km dall'arrivo si affronta lo strappo di Madonna delle Grazie, una possibile occasione per sorprendere i velocisti.
Quarta tappa: 10 maggio, Quarto dei Mille-Livorno - Altra citazione storica con la partenza da Quarto, dove Garibaldi si imbarcò per la Spedizione dei Mille. La tappa attraversa la Versilia per arrivare a Livorno, anche qui con strappetto nel finale, a Montenero, dove qualche finisseur potrebbe provarci.
Quinta tappa: 11 maggio, Piombino-Orvieto, km 201. - Torna lo sterrato che tanto spettacolo ha avuto nell'ultimo Giro. Il percorso è molto movimentato, con tre salite oltre allo strappo finale verso Orvieto. Il tratto più duro è a una cinquantina di km dall'arrivo, il Croce di Fighine.
Sesta tappa: 12 maggio, Orvieto-Fiuggi terme, km 195 - Il Giro scende verso sud. L'unico GPM è nella primissima fase, ma il finale è comunque mosso e non sarà scontato per i velocisti riuscire a giocarsi la vittoria.
Settima tappa: 13 maggio, Maddaloni-Montevergine di Mercogliano, km 100. - E' la tappa più breve. Il primo arrivo in salita è un classico, Montevergine. E' una scalata facile, una quindicina di km al 4% dove non ci saranno differenze importanti.
Ottava tappa: 14 maggio, Sapri-Tropea, km 214. - Un altro finale scoppiettante nello stesso scenario dove Bettini vinse la tappa del 2005. Un arrivo tortuoso da scattisti.
Nona tappa: 15 maggio, Messina-Etna , km 159. - Si passa in Sicilia con il primo vero test per gli uomini di classifica, l'Etna. La scalata è doppia, da due diversi versanti. Qui si potranno vedere, oltre a paesaggi lunari, anche i veri valori in campo.
Decima tappa: 17 maggio, Termoli-Teramo, km 156 - Dopo il giorno di riposo si riparte dal Molise. La tappa segue l'Adriatico per poi piegare verso Teramo con un finale in falsopiano che dovrebbe rivelarsi adatto ai velocisti.
Undicesima tappa: 18 maggio, Tortoreto Lido-Castelfidardo, km 160 - La tappa che porta il Giro nelle Marche è un continuo susseguirsi di salitelle e strappi. E' un percorso da fuga da lontano, ma potrebbero esserci delle sorprese.
Dodicesima tappa: 19 maggio, Castelfidardo-Ravenna, km 171 - Finalmente i velocisti avranno a Ravenna una tappa completamente piana per sprintare senza problemi.
Tredicesima tappa: 20 maggio, Spilimbergo-Grossglockner, km 159 - Inizia con la tappa che sconfina in Austria la parte decisiva del Giro d'Italia. Dopo il facile Passo di Monte Croce Carnico si affrontano altre due salitelle in Austria prima degli ultimi 6 km al Grossglockner, una salita quasi al 10% di media. Qui ci potranno già essere dei segnali chiari.
Quattordicesima tappa: 21 maggio, Lienz-Monte Zoncolan, km 210 - E' una delle due tappe più attese, insieme a quella del Finestre. Un percorso durissimo che comprende l'inedito Monte Crostis, con un tratto sterrato prima della scalata allo Zoncolan, la più estrema delle salite. Un appuntamento decisivo per chi vorrà vincere il Giro.
Quindicesima tappa: 22 maggio, Conegliano-Gardeccia-Val di Fassa, km 230 - Il tappone dolomitico per antonomasia. Anche se il nome dell'arrivo è poco noto si prospetta una tappa entusiasmante. Si scalano salite dure come Giau e Marmolada prima dell'arrampicata finale al Rifugio Gardeccia, una salita di circa 6 km, ai piedi delle Torri del Vaiolet. L'attacco decisivo però potrebbe essere sulla penultima salita, la Marmolada.
Sedicesima tappa: 24 maggio, Belluno-Nevegal, cronoscalata km 12,7. - Una cronoscalata decisamente diversa da quella di Plan de Corones della scorsa edizione. Qui la salita sarà piuttosto morbida e adatta a corridori come Nibali.
Diciassettesima tappa: 25 maggio, Feltre-Sondrio, km 246 - Tappa lunghissima con due salite facili come Tonale a Aprica che dovrebbero favorire una fuga di uomini fuori classifica.
Diciottesima tappa: 26 maggio, Morbegno-San Pellegrino Terme, km 147 - Tappa breve che potrebbe essere destinata ad una fuga da lontano. Unica salita è Passo Ganda, una decina di km ai 30 dall'arrivo.
Diciannovesima tappa: 27 maggio Bergamo-Macugnaga, km 211 - Ci saranno salite per tutti i gusti in questo Giro d'Italia. Quella di Macugnaga sarà adatta ai passisti - scalatori, essendo un traguardo di media difficoltà. Prima si affronterà il Mottarone, poi gli ultimi 16 km porteranno a Macugnaga con una pendenza del 5%. Una salita che non dovrebbe fare grandi differenze.
Ventesima tappa: 28 maggio, Verbania-Sestriere, km 242 - E' la tappa clou del Giro. Il Colle delle Finestre sarà il giudice finale della corsa. Una salita lunga, selvaggia e severa, con gli ultimi 8 km sterrati, sempre su pendenze tra l'8 e il 10%. Dopo la discesa, risalita al più morbido Sestriere, stesso finale del Giro 2005. Una tappa da grande battaglia.
Ventunesima tappa: 29 maggio, cronometro Milano-Milano, km 32,8 - Si chiude a cronometro, come piace a Zomegnan. La corsa sarà su una distanza più corposa rispetto a quella di Verona dell'ultima volta e su un percorso più da spingere. Arrivo in Piazza Duomo.
(Fonte:Cyclingforall)
venerdì 22 ottobre 2010
"Castagne e... chiodi" ovvero...l'uscita odierna
Un uscita veramente piacevole quella odierna che ha regalato emozioni, imprevisti e panorami autunnali. Ci ritroviamo in 3 a Ponte Florio ossia scrivente, Roby (da Grezzana) e Michele (da San Bonifacio). Giornata di sole sui 14° ma con aria frizzantina. Quindi completo estivo con manicotti e smanicato a portata di mano compresa una bandana (della serie meglio prevenire che...curare).
Andatura da "escursione" che ci vede fare il tratto della Lessinia Legend Marathon 2010 fino a Pian di Castagnè. Successivamente direzione Bisano, La Costa, Trezzolano e Caio da dove iniziamo "la circumnavigazione" di cima "Il Crocione".
In questo tratto un esplosione di colori autunnali e di gran bei tratti con salite e discese nei boschi che ci hanno regalato grandi emozioni. Terminata "la circumnavigazione de "Il Crocione" ci dirigiamo verso Olmo, Monte della Vecchia e arriviamo quindi a Castagnè.
Successivamente Pian di Castagnè e via verso il tratto fatto all'andata questa volta al contrario quindi in discesa. Verso uno degli ultimi tratti sterrati in piena discesa sento una sorta di "piccola esplosione" sul pneumatico posteriore e mi rendo conto di aver bucato. Il controllo visivo permette di trovare un chiodo di una certa dimensione totalmente infilato dentro il pneumatico.
Il kit sempre al seguito permette una veloce riparazione anche se le operazioni si svolgono in un punto in cui ci ritroviamo circondati dalle zanzare! Ripartiamo e arriviamo poco dopo a Montorio e successivamente a Ponte Florio dove salutiamo Michele. A Verona saluto Roby e ci ripromettiamo di rifare lo stesso giro entro novembre. Alla prossima!
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Uscite con altri bikers
Uscita mtb del 22/10/2010: "Giro delle Castagne". Le info
Partenza ore 1400 da Ponte Florio, parcheggio del discount QUI.
Scrivente (ovvio!) Roby e Michele già iscritti.
35 e spiccioli km a ritmo "non agonistico" ovvero...autunnale.
Chi interessato si faccia avanti postando commento oppure via email, twitter, cellulare.
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giovedì 21 ottobre 2010
Doping: presi per il culo?
Pubblico un interessante post di Manuel (a cui faccio i complimenti), un biker di Feltre (BL) che nel suo blog "Ciclismo PST" ("gemellato" con Oltre l'Ostacolo) pubblica il suo pensiero - con cui concordo in pieno - su ciclismo e doping, alla luce della recente dichiarazione di Di Luca.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Alla salute del ciclismo onesto, apriamo una bottiglia in allegria!!
“L’HO FATTO PER I RAGAZZI DI OGGI” (Danilo Di Luca – Gazzetta dello Sport del 16 ottobre 2010).
SIMPATICA COMICA FINALE, OPPURE CICLISTICA PRESA PER IL DERETANO? SALUTIAMO COMMOSSI L’ARRIVO DEL NUOVO SALVATORE PER I CICLISTI DEL FUTURO.
Marta Bastianelli è stata proprio fessa. Eh si, la ragazza si è fatta due anni di squalifica, senza tante manfrine, per un prodotto dimagrante, quando facendo uso di doping ben più pesante e grave poteva cavarsela molto prima. Come accidenti lavorano nelle procure anti-doping? Quali sono le motivazioni per dare un pesante sconto di squalifica a Danilo, ascoltando poi il ciclista affermare alle telecamere RAI che lui non ha fatto nomi? Aiuti per l’inchiesta sul Giro-Bio riguardante la squadra Lucchini-Unidelta di Bruno Leali? Cosa sapeva Di Luca di tutta quella storia? Siamo alla presa in giro bella e buona. Altro che Contador, qui siamo al limite del mandare a quel paese le procure e non i ciclisti. Di Luca ha detto di non aver fatto nessun nome riguardo ad altri ciclisti. Ha tenuto a sottolinearlo, così almeno i colleghi non gli daranno della spia e l’onore è salvo. E l’omertà sorride, perché la sua pianta cresce ed ha fatto sbocciare un’altro dei suoi fiori puzzolenti. Ha ”collaborato” riguardo alle metodologie che vengono messe in atto per fare uso di sostanze dopanti. E per questo motivo ha meritato 9 mesi di sconto sulla squalifica; grazie tante. Imbrogli con il CERA (l’EPO di ultima generazione, e non una purga per perdere mezzo chilo), poi una volta scoperto mi gridi ai 444 venti che i controlli dell’UCI non sono affidabili, e bla-bla-bla-bla… La tua collaborazione me la devi dare senza il lecca-lecca in regalo perché non hai pianto dopo la punturina. Mi dici chi ti ha detto cosa comprare, chi ti ha aiutato a doparti, se ti sei arrangiato chi te lo ha insegnato o dove lo hai imparato. Stai zitto? Fai due anni (io ci metterei anche il divieto per un’anno, dopo il ritorno alle gare, di vestire la maglia della nazionale), oppure la scelta più dolorosa; alzarti alle sette di mattina e andartene a lavorare 5 fottuti giorni su sette (se non 6), come fanno in tanti che sono vero e concreto esempio per i giovani! Gianni Bugno (presidente dell’Associazione dei Corridori Professionisti) dice bene sul fatto che Torri ha sbagliato a tirare scariche di mitra su tutti i ciclisti. Ma il mitico Gianni – uno dei pochi idoli di chi scrive – dovrebbe dire ai ciclisti squalificati di non rompere le balle e collaborare come si deve senza chiedere nulla in cambio. Questo sarebbe il comportamento più rispettoso nei confronti dei colleghi del pedale onesti – che ce ne sono – e più ancora degli appassionati che sono stati presi in giro, quando si prendono il giorno di ferie con 3 o 4 mesi di anticipo, si alzano alle 6 di mattina, si fanno 2 ore di macchina per andarsene sul tornante del tale Passo, e lì aspettano 4 o 5 ore, per poi farsi altre 2 ore per tornare. Oppure vanno al Giro di Lombardia e si prendono tonnellate di pioggia quando potrebbero starsene al calduccio a casa loro. “L’ho fatto per i ragazzi di oggi.” Allora ricordiamo ai ragazzi di oggi che Di Luca arriva dalle inchieste per avere frequentato il dottor Carlo Santuccione, che nel suo ambulatorio aveva un vero e proprio crocevia del doping, ai Mondiali del 2007 viene mandato a casa per l’inchiesta “Oil for Drug” con 3 mesi di squalifica, poi la famosa “pipì degli angeli” nel dopo Zoncolan a quel Giro, quando le urine del ciclista erano stranamente perfette, visto che dopo uno sforzo del genere nelle urine ci sono delle fisiologiche dissonanze legate allo sforzo, che lì invece non avevano lasciato segno.
La Madonna del Ghisallo è la protettrice dei ciclisti? Meglio protegga gli appassionati da questi ciclisti, che di legnate in quel posto ne abbiamo prese già troppe.
OMERTA’;1) solidale intesa che vincola i membri della malavita alla protezione vicendevole, tacendo o mascherando ogni indizio utile per l’individuazione del colpevole di un reato
2) intesa tacita o formale fra membri di uno stesso gruppo o ceto sociale.
(Nicola Zingarelli – Vocabolario della lingua italiana)
mercoledì 20 ottobre 2010
martedì 19 ottobre 2010
lunedì 18 ottobre 2010
Uscita MTB del 15/10/2010. Esperimento video
Ecco un esperimento fatto questo fine settimana relativo al percorso dell'ultima uscita in mtb reso "animato". Dategli un occhiata, magari vi piace. Bye
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sabato 16 ottobre 2010
venerdì 15 ottobre 2010
Uscita mtb del 15/10 ovvero...budino molle
Oggi uscita in mtb come pianificato. All'appuntamento a Ponte Florio ci troviamo in 3 ossia scrivente, Roby e Federico, una simpatica "new entry" con le uscite di "Oltre l'Ostacolo", proveniente da Badia Calavena. Un vero e proprio "buteleto" confrontato a noi come età che con i suoi 23 anni è di ben 24 più giovane di me. Di botto mi sono sentito un "matusalemme"! Giornata stupenda di sole con temperature attorno ai 18° che io ho patito tantissimo in quanto mi ero vestito di più in quanto reduce da una parainfluenza la settimana scorsa.
L'uscita prevista avrebbe dovuto ricalcare il "Giro delle 3 dorsali", tracciato a suo tempo da Marco alias CSKA ma alla fine una serie di variazioni in corso d'opera ci hanno fatto fare un percorso diverso. Poco male perchè alla fine abbiamo sempre macinato i ns km senza discostarci dal numero di km previsti. Due le note storte di giornata: la 1^ e' stata la mia condizione fisica. Dopo i primi 30' mi si è spenta la luce e le forze sono belle che andate...
Ho patito il caldo ma è stata la parainfluenza della settimana scorsa a presentarmi il conto. Le gambe non avevano forza ed anche il fiato ne ha risentito. Pazienza. mentre Roby e Federico pedalavano serenamente io dovevo attingere dal fondo del serbatoio. Praticamente un budino molle...sui pedali.
Se penso a come stavo bene solo 2 settimane fà... La 2^ nota storta è stata un innocua scivolata con l'anteriore lungo la tecnica discesa sterrata di Trezzolano (che fatica a farla quando non ti senti bene) non tanto per la scivolata (sono rimasto in piedi) ma perchè una volta ripartito mi sono accorto dopo una 50ina di mt di non avere più il Garmin. Panico! Frenata furibonda e via a piedi a cercarlo più a monte. Fortunatamente lo trovo là dove ero scivolato e lì mi accorgo che l'attacco sul manubrio era spezzato. Meno male che di attacchi ne ho un altro paio e che il gps era integro. Ritorniamo a Ponte Florio e salutiamo il simpatico Federico.
Ora una cura multivitaminica si rende obbligatoria.
Prossima uscita domenica mattina...se non diluvia. Alla prossima!

Ho patito il caldo ma è stata la parainfluenza della settimana scorsa a presentarmi il conto. Le gambe non avevano forza ed anche il fiato ne ha risentito. Pazienza. mentre Roby e Federico pedalavano serenamente io dovevo attingere dal fondo del serbatoio. Praticamente un budino molle...sui pedali.
Se penso a come stavo bene solo 2 settimane fà... La 2^ nota storta è stata un innocua scivolata con l'anteriore lungo la tecnica discesa sterrata di Trezzolano (che fatica a farla quando non ti senti bene) non tanto per la scivolata (sono rimasto in piedi) ma perchè una volta ripartito mi sono accorto dopo una 50ina di mt di non avere più il Garmin. Panico! Frenata furibonda e via a piedi a cercarlo più a monte. Fortunatamente lo trovo là dove ero scivolato e lì mi accorgo che l'attacco sul manubrio era spezzato. Meno male che di attacchi ne ho un altro paio e che il gps era integro. Ritorniamo a Ponte Florio e salutiamo il simpatico Federico.Ora una cura multivitaminica si rende obbligatoria.

Prossima uscita domenica mattina...se non diluvia. Alla prossima!
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giovedì 14 ottobre 2010
Uscita mtb del 15/10/2010: "Tour delle 3 Dorsali". Le info
Partenza ore 1345 da Ponte Florio, parcheggio del discount QUI.
Rientro entro le ore 17.00 max 17.30
Su un percorso di CSKA.
Scrivente (ovvio!) e Roby già iscritti.
40 e spiccioli km.
Chi interessato si faccia avanti.
Discussione su mtb-forum.it QUI
Rientro entro le ore 17.00 max 17.30
Su un percorso di CSKA.
Scrivente (ovvio!) e Roby già iscritti.
40 e spiccioli km.
Chi interessato si faccia avanti.
Discussione su mtb-forum.it QUI
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mercoledì 13 ottobre 2010
martedì 12 ottobre 2010
lunedì 11 ottobre 2010
domenica 10 ottobre 2010
Uscita mtb del 10/10 ovvero...spurgo motore
Uscita odierna avente come unico obiettivo la valutazione della mia condizione fisica dopo 5 giorni di reclusione forzata causa parainfluenza. Seppure avessi potuto uscire già ieri ho preferito un giorno in più di riposo perchè ho imparato con gli anni che non sono più un giovanatto ed è meglio tutelare il proprio fisico senza eccessi altrimenti sono dolori. Eppoi con l'età il problema principale è sopratutto il recupero. Comunque dopo 2 gg senza febbre e da oggi senza tosse ho deciso di fare questa uscita. Dopo i primi 20' nei quali a freddo mi è sembrato di aver fatto una ca**ata ad uscire ho cominciato a riscaldarmi e dopo aver rotto il fiato e riscaldato i muscoli ho cominciato a pedalare bene.
Mi sono veramente gustato l'assetto "invernale" della mia mtb con le poderose 2.30 posteriori che, con le 2.25 anteriori, mi danno una sicurezza pazzesca nei tratti in discesa e con le quali mi posso permettere di andare in salita "en danseuese" senza che la ruota posteriore slitti grazie alla sezione e al disegno aggressivo della copertura. Il giro fatto è un "toboga" classico delle ns zone che permette di divertirsi ed allenarsi tutto l'inverno anche con tempo avverso grazie ad un terreno roccioso e drenante. Quindi a 2 passi da Verona possiamo sbizarrirci senza paura che il tempo avverso ci impedisca di uscire. Comunque soddisfatto delle condizioni fisiche e questa settimana, tra le 2 sedute in palestra e le previste uscite di venerdì e sabato o domenica, dovrei rimettermi in carreggiata. Oggi uscita solitaria in quanto Roby era stato invitato da Remo del negozio Turnover a partecipare all'uscita sociale del GS che li ha portati sui Monti Berici in provinca di Vicenza: 150 km e 68 bikers in bdc partecipanti. Bravo Roby! Keep in touch.
sabato 9 ottobre 2010
venerdì 8 ottobre 2010
Paola Scotti: la 1^ campionessa italiana di ciclismo
Ultima di cinque fratelli Paola Scotti nasce a Borgonovo Valtidone (PC) il 25 Aprile 1944 e cresce a Greso di Sopra in una cascina all’interno di una golena del Po nel comune di Sarmato (PC) dove si trasferisce con la famiglia all’età di cinque anni. La sua passione per la bicicletta e la sua forte attitudine all’attività agonistica si manifestano molto presto; infatti con qualsiasi tempo e in ogni stagione Paola, a differenza dei fratelli che viaggiano in treno, preferisce percorrere in bicicletta il tragitto da Greso a Castelsangiovanni (PC) dove frequenta l’istituto commerciale e nelle amichevoli competizioni ciclistiche che spesso nascono spontaneamente tra ragazze e ragazzi lungo il percorso riesce regolarmente a primeggiare su tutti.Nel suo andirivieni quotidiano Paola transita dinanzi alla trattoria che la famiglia Ginofero gestisce lungo la Via Emilia in località Zuccherificio di Sarmato e viene così notata da Alberto Ginofero che, incuriosito da questa ragazzetta con le lunghe trecce castano bionde dalla pedalata sciolta e potente, decide un giorno di seguirla con la propria bicicletta e dopo averla raggiunta le propone di praticare il ciclismo a livello agonistico. Paola, che vede in questa proposta la possibilità di evadere dalla monotonia della vita in cascina, dopo avere ottenuto l’assenso dei genitori accetta con entusiasmo l’opportunità offertale lanciando l’idea di formare un team di sole ragazze. L’idea si materializza grazie alla lungimiranza di Renato Ginofero, ex ciclista e affermato manager di squadre professionistiche, che partendo proprio da lei decide di allestire una squadra femminile di ciclismo in territorio piacentino.Nasce così il Gruppo Sportivo Faema Sarmato, prima squadra di ciclismo femminile ufficialmente costituita in Italia, che il Direttore Sportivo Renato Ginofero iscrive nell’anno 1962 all’Unione Velocipedistica Italiana (ora Federazione Ciclistica Italiana). La prima tesserata della compagine biancorossa presieduta da Lino Bravi (Vicepresidente Eugenio Curtoni) è naturalmente Paola Scotti, che diventa anche la prima donna tesserata della storia del ciclismo italiano, a cui vanno ad aggiungersi Lucia Zeni, le sorelle gragnanesi Agnese e Raffaella Beretta, la sarmatese Loredana Maserati, Florinda Parenti, Annamaria Santini e Rosa Vitari.Ha così inizio l’avventura sportiva di Paola che si mette subito in mostra nelle gare indicative in vista dei Campionati Mondiali di Salò (BS) aggiudicandosi la gara di allenamento di Roncadelle (BS) il 29 Luglio 1962 e piazzandosi seconda alle spalle di Maria Cressari (terza la francese Renneé Ganneau) nella gara internazionale svoltasi il 26 Agosto 1962 a Fornaci (BS), prima competizione ufficiale di ciclismo femminile in Italia.Con Maria Cressari, Giuditta Longari, Florinda Parenti e Rosa Vitari, Paola Scotti viene inclusa nella formazione azzurra che rappresenta l’Italia ai Campionati Mondiali di Salò (BS) del 1° Settembre 1962, ma il suo sogno iridato si spezza purtroppo al terzo dei cinque giri previsti a causa di una sfortunata caduta che la costringe ad abbandonare la competizione.Fortemente voluto da Renato Ginofero il 14 Luglio 1963 si svolge il primo Campionato Italiano di ciclismo femminile su strada; la manifestazione, organizzata dal Gruppo Sportivo Faema Sarmato, si svolge in provincia di Piacenza sul circuito Castelsangiovanni, Bettola di Sarmato, Borgonovo Valtidone, Castelsangiovanni, da ripetere quattro volte per un totale di 63 Km (tra i premi in palio spicca la coppa offerta dall’Onorevole Giulio Andreotti, Presidente Onorario della società ciclistica sarmatese, per la società con la migliore classifica tra le prime cinque atlete arrivate). Circa venticinquemila spettatori distribuiti lungo il percorso assistono alla competizione che, alla media di 37,492 Km/h, Paola riesce ad aggiudicarsi con una lunga volata precedendo di misura la favorita “italo-belga” Florinda Parenti e Annamaria Santini. Paola diventa così la prima atleta nella storia del ciclismo femminile su strada a indossare la maglia tricolore e questo successo la fa entrare di diritto nell’élite delle grandi campionesse del ciclismo italiano.A coronamento della sua straordinaria stagione Paola conclude al comando con 670 punti la speciale classifica di merito, precedendo Florinda Parenti (641 punti) e Giuditta Longari (628 punti).All'inizio del 1964, venuta meno la sponsorizzazione Faema ritiratasi dal mondo delle corse, Renato Ginofero da vita a due nuove formazioni, il G.S. Termozeta di Castelsangiovanni, in cui spiccano i nomi di Florinda Parenti e Giuditta Longari, e il Gruppo Sportivo F.B.E. (Fogagnoli Belloni Elettrodomestici) Sarmato di Paola Scotti e Mary Cressari. Anche con la nuova maglia non mancano i successi e infatti il 13 Agosto 1964 Paola coglie la più bella e prestigiosa vittoria della sua carriera aggiudicandosi il Gran Premio Internazionale di Ceparana (SP), la manifestazione di ciclismo femminile più importante e attesa della stagione che per la prima volta propone il confronto diretto tra le atlete italiane e le migliori cicliste d’Oltralpe. Alla presenza di circa quarantamila spettatori Paola sbaraglia il campo delle avversarie e dopo una fuga solitaria di venticinque chilometri taglia il traguardo con un vantaggio di 1’30” sulla lussemburghese Elsy Jacobs, campionessa mondiale a Reims nel 1958, e di 2’15” sulla campionessa del Belgio del 1964 Liliane Cleiren. Nello stesso anno Paola ottiene il secondo posto alle spalle di Mary Cressari ai Campionati Italiani di Mariano Comense (CO). Una grave malattia colpisce all’improvviso la forte atleta sarmatese nella primavera del 1965, costringendola a ben quattro mesi di ricovero in ospedale. Duramente provata da questa esperienza Paola decide di abbandonare l’attività agonistica all’età di ventuno anni, interrompendo così dopo tre sole stagioni una carriera di successi, in cui si contano più di trenta corse vinte e un titolo di campionessa italiana, che l’avrebbe sicuramente vista come sicura protagonista anche nell’attività su pista dato che Antonio Maspes avrebbe voluto tenerla con sé per prepararla alla specialità dell’inseguimento. Con la sua prematura uscita di scena termina anche l’epoca d’oro del ciclismo femminile piacentino che con lei perde la principale protagonista. Conclusa la carriera di atleta Paola continua tuttavia a rimanere legata al mondo del ciclismo proseguendo la sua attività come apprezzato giudice di gara e dirigente, occupandosi in particolare del settore giovanile.A causa di una grave malattia Paola scompare prematuramente il 30 Ottobre 1990 a soli quarantasei anni.Dal 1992 si svolge il “Memorial Paola Scotti”, manifestazione per i giovanissimi del pedale istituita dal Comitato Provinciale piacentino della Federciclismo per ricordare la campionessa sarmatese.Nel 2001 il Comune di Sarmato intitola a Paola Scotti il Centro Polisportivo, all’ingresso del quale è situata la scultura realizzata da Giuseppe Serafini a lei dedicata. (Fonte: sito del GS Sarmatese)
Bolzano, la città della bici elettrica
Un numero impressionante di piste ciclabili, una viabilità pulita e rispettosa dell’ambiente, cittadini entusiasti di potersi spostare in bicicletta: questa è Bolzano, città amica delle due ruote, che sta impiegando risorse ed energie per lo sviluppo di un moderno sistema di mobilità, dove l’attenzione al verde e all’aria pulita è la prima parola d’ordine.Pensate che sono oltre 4.000 le biciclette elettriche presenti sul territorio del capoluogo altoatesino, pari al 4% dell’intera popolazione. Un dato che conferma l’amore che i cittadini nutrono per gli spostamenti su due ruote, a partire dalle mamme che portano con sé i figli, fino ad arrivare ai professionisti che devono viaggare per lavoro attraverso il tessuto cittadino. Proprio un’azienda di Bolzano (la TC Mobility) ha realizzato due differenti modelli di bici elettrica, di cui una a pedalata assistita, adottata anche dalle Poste Italiane. Un bello strumento che non è solo un gadget, ma un’utile alternativa per una nuova mobilità urbana.
(Fonte: http://smartercity.liquida.it)
(Fonte: http://smartercity.liquida.it)
giovedì 7 ottobre 2010
SI influenza NO mtb?
E' da mercoledì che stò a casa. Già. Durante la notte ho dormito male, mi facevano male le orecchie, tonsille gonfie, mal di testa e mi colava il naso. Uno schifo. Alle 4 mi sveglio e mi rendo conto di essermi beccato l'inflluenza/parainfluenza. Fatto è che al mattino ho mandato un sms in ufficio e ho avvertito che sarei ritornato il lunedì successivo. Ho cominciato a pensare come potevo essermela beccata e le cause potevano essere solo 2. La 1^ che me l'avesse "attaccata" la mia mogliettina che dal giovedì precedente al lunedì era stata a casa con gli stessi sintomi. La 2^ che avessi preso una botta di freddo quando sudato sono uscito dalla piscina "Monte Bianco" (Verona) dove ero andato per accompagnare mia figlia al corso di nuoto (che temperatura c'era sugli spalti, 40°?). Differenze? Nessuna. Credevo che in 3 giorni me la sarei cavata ed invece ad oggi sono migliorato di poco: niente tosse, poco raffreddore, niente tonsillite...ma mi è rimasta questa fastidiosa febbriciattola attorno ai 37° che per me, che viaggio sempre sui 35.5°, è un vero rompimento di marroni. Eccomi quindi qui a dover giocoforza annullare le due uscite del fine settimana ossia quelle di venerdì e domenica. E pensare che è previsto tempo decente, cosa che da ora in poi non è sempre scontata. Già informato Roby della novella. Rimarrò quindi a casa, forse un uscita, nel senso di passeggiata, domenica pomeriggio con mia figlia e mia moglie. Un pò di giochi con mia figlia (carte, domino, WII), un pò di film in tv, di internet, di sport (Moto GP e F1), leggerò i vs blog sulle vs uscite e vi invidierò anche un pochettino...ma... non troppo perchè stare con la propria famiglia è la cosa più bella del mondo! Alla prossima uscita ovvero... (forse) fine settimana prossimo.
UPDATE dell'8/10: appena rientrato da 3 ore di attesa da medico della mutua per avere il certificato medico da portare lunedì in ufficio. Alle 9 ero lì, ovvero 30' prima dell'arrivo della dottoressa, e già avevo 20 persone davanti! Un incubo. Dopo 1h di attesa sono andato in edicola a comprarmi MTB Magazine. Rientrato nello studio, letto la rivista...e ne avevo ancora 6 davanti! Alla fine è arrivato il mio turno. Stamattina niente febbre e ho osato andare in moto, coprendomi manco fosse stato inverno pieno. Ora 2 giorni di recupero attivo ed è possibile che domenica mattina faccia l'uscita in mtb. Alla faccia dell'influenza! Keep in touch butei (e butele)!
UPDATE dell'8/10: appena rientrato da 3 ore di attesa da medico della mutua per avere il certificato medico da portare lunedì in ufficio. Alle 9 ero lì, ovvero 30' prima dell'arrivo della dottoressa, e già avevo 20 persone davanti! Un incubo. Dopo 1h di attesa sono andato in edicola a comprarmi MTB Magazine. Rientrato nello studio, letto la rivista...e ne avevo ancora 6 davanti! Alla fine è arrivato il mio turno. Stamattina niente febbre e ho osato andare in moto, coprendomi manco fosse stato inverno pieno. Ora 2 giorni di recupero attivo ed è possibile che domenica mattina faccia l'uscita in mtb. Alla faccia dell'influenza! Keep in touch butei (e butele)!
mercoledì 6 ottobre 2010
Doping: «C'è sempre la scusa di una nonna o un filetto»
Così fan tutti. «Non c'è giustizia quando su cento ciclisti ce ne sono novantanove che si dopano senza subire conseguenze». Ma proprio tutti. «Ultimamente, tra i corridori che ho interrogato, tutti hanno detto che tutti si dopano». A 78 anni (79 tra due settimane), dopo una carriera da magistrato e le ultime quattro stagioni a inseguire furbi in sella alla Procura antidoping del Coni, Ettore Torri può dire (quasi) ciò che vuole. Ma la provocazione riservata all'Associated Press, l'agenzia di stampa americana che ha battuto la concorrenza di tutti i quotidiani italiani raccogliendo le confidenze del più autorevole protagonista di questo gioco a guardia e ladri, fa rumore quando Torri dice che, se non fosse dannoso per la salute, per non creare ingiustizie tra gli atleti, una possibile soluzione sarebbe legalizzare il doping. «Più mi occupo di questa materia e più mi stupisco di quanto il fenomeno sia diffuso e radicato. E temo che non sarà mai debellato perché il doping si evolve in continuazione e in giro ci sono sostanze per le quali non esiste ancora un test. Il doping continuerà ad esistere fino a quando sarà economicamente vantaggioso». Torri parla da amante tradito: la passione per la bicicletta l'ha portato a correre, domenica scorsa, una gara a Latina per forensi, dove è arrivato ultimo ipotizzando con gli amici, per scherzo ma non troppo, che tutti gli altri fossero dopati. Torri ha titolo per parlare. È lui che si è occupato dei casi di Ivan Basso, Danilo Di Luca, Alessandro Petacchi e, ultimamente, Riccardo Riccò, fermato al Tour («Senza doping è semplicemente impossibile vincerlo» ha ammesso ieri Bernhard Kohl, terzo alla Grande Boucle 2008 e poi squalificato), fidanzato con Vania Rossi (positiva e poi prosciolta) e «cognato» di Enrico Rossi, arrestato il 21 settembre scorso. È lui che ha bandito per quattro anni Elisa Basso, sorella di Ivan e moglie di Mazzoleni, colpevole di traffico di sostanze illecite. «È il cosiddetto doping di famiglia - commenta Torri -, è incredibile». Se le 50 pillole trovate in casa di Riccò la settimana scorsa dovessero comprendere prodotti vietati, il corridore emiliano rischierebbe la squalifica a vita. «Vedremo quali spiegazioni fornirà: può sempre dimostrare che erano per la nonna. C'è sempre un parente, una nonna o chissà cos'altro». Un filetto, per esempio. L'uomo che ha fatto squalificare Valverde in tutto il mondo è amareggiato, ma non stupito, dal caso Contador. «Attribuire la positività alla bistecca non basta. Deve provarlo». Nove procure indagano sul ciclismo, contemporaneamente, oggi, in Italia: Bergamo, Mantova, Como, Padova, Trento, Perugia, Lucca, Roma e una Procura sarda. Ecco perché arrivare ultimo nella corsa ciclistica dei magistrati, alla fine, è un piccolo titolo d'onore. (Fonte: Corriere della Sera On Line/Sport)
Cade dal sentiero: muore il mtbiker Paolo Zenoni
È deceduto nella mattinata di domenica 3 ottobre Paolo Zenoni, il bikers bergamasco 37enne che si trovava ricoverato in gravissime condizioni agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dove era stato operato per una profonda lesione al fegato. Zenoni, che viveva a S. Omobolo, ciclista della Gs Team Moretti e nipote dell'ex commissario tecnico della Nazionale dilettanti di ciclismo Giosuè Zenoni, sabato 2 ottobre alle 9,30 era caduto mentre faceva mountain bike sul Sentiero del Bosco, sopra Bedulita. Trasportato in elisoccorso all'ospedale cittadino era stato sottoposto a un intervento d'urgenza, ma le sue condizioni erano parse immediatamente gravissime anche a causa di un arresto cardiaco che probabilmente aveva colpito l'uomo negli istanti precedenti la caduta dalla bici. Alcuni fungaioli che si trovavano nella zona avevano cercato di soccorrere il 37enne, ma constatata la gravità della situazione avevano chiamato il 118 che aveva inviato sul posto un elisoccorso. (Fonte: L'Eco di Bergamo)
L'eroica: emozioni antiche in bicicletta
Mille colori, mille emozioni, mille e mille storie da raccontare lungo le strade bianche dell’Eroica che hanno regalato come sempre una giornata indimenticabile, iniziata in piena notte con il collegamento video con i mondiali in corso di svolgimento in Australia. Mille emozioni e forse anche più e più, che i ciclisti hanno vissuto curva dopo curva, sterrato dopo sterrato, pedalata dopo pedalata da Gaiole in Chianti lungo tutti i quattro percorsi disponibili, vissuti con intensità dagli oltre 3400 ciclisti da tutto il mondo.L’Eroica è vissuta come l’icona del ciclismo intramontabile, legato ai miti di uno sport antico, mai vecchio, che in oltre cento anni ha regalato immagini e leggende che si tramandano di generazione in generazione, come le specialissime usate da questi veri e propri giganti della strada, giganti per passione e amore per il ciclismo e per la sua straordinaria storia.Oggi a Gaiole in Chianti ognuno ha scritto la propria storia a pedali, con la fatica, il sudore, il brivido di un inferno di strade bianche dalle quali sono usciti con una o più aneddoti da raccontare da domani ad amici e parenti.Come quella di Algis Oleknavicius che ha fatto parte della squadra nazionale tedesca per dieci anni anche alle Olimpiadi del 1964 nell’inseguimento a squadre. Algis ha raggiunto Gaiole in Chianti da una settimana con la famiglia al seguito. Prima ha visitato musei e città poi, finalmente, oggi è stato il grande momento di mettere in moto gambe e fantasia per il suo amore per la bicicletta e partecipare all’Eroica: "Tutto è andato a meraviglia, partecipare è stato molto divertente – questo il suo commento tra un panino e un bicchiere di buon Chianti a metà percorso.Jean Claude Subert è francese; anche lui ha portato la moglie Catherine a conoscere la Toscana e le bellezze della provincia di Siena. Anche lei, alla fine, ha deciso di salire in sella per pedalare sul percorso più breve. La coppia ha suscitato molto interesse per l’abbigliamento d’epoca ricercatissimo con il quale ha vissuto il clima dell’Eroica: "Arrivederci al prossimo anno", hanno giurato partendo per il nord.Dalla Germania, zona di Monaco di Baviera, è arrivata Tania Seidl che ha viaggiato da sola in macchina insieme ad una bicicletta degli anni ’80. Voleva venire con un’amica che poi non se l’è sentita così Tania ha finito per rimanere un’intera settimana nel Chianti; "Peggio per lei – ha detto – qui sono stata benissimo e conto di tornare anche l’anno prossimo".C’è perfino chi, per partecipare all’Eroica, ha guidato ben 17 ore di seguito. L’ha fatto Justin Dickens dallo Yorkshire per festeggiare il suo trentottesimo compleanno: "mi sono fermato solo a bere caffè e fare rifornimento ma ne valeva proprio la pena perchè qui è magnifico – ha dichiarato a bocca piena di salame e ribollita – Poi Justin ha raccontato anche di un tour che ha già vissuto in Inghilterra; il Tweed Run che più o meno ricorda l’Eroica per i suoi aspetti vintage e storici.
Justin, forse colpa del Chianti, è stato un fiume di parole: "Sono un appassionato del vintage; a casa ho dodici biciclette d’epoca". Gli abbiamo chiesto che tipo di lavoro facesse: "Vendo abiti, naturalmente vintage, dall’epoca vittoriana in poi". Marc Winnikoff da Santa Barbara in California ha letto dell’Eroica nella rivista Outside e dopo vari tentativi finalmente è riuscito a venire in Italia. Come? gli abbiamo chiesto: "Ho portato la famiglia in vacanza in Olanda, poi ho detto loro che in Toscana avrei voluto partecipare all’Eroica così sono scappato via già mercoledì. Vedete? – ha poi aggiunto – ho fatto fare la maglia appositamente per partecipare con una divisa particolare" David Delahunty, invece, è arrivato da Dublino con la ragazza Lucy Jackson. Volo fino a Pisa, poi treno da lì a Firenze, quindi altro treno fino a Montevarchi. Gli ultimi kilometri li hanno fatti in bicicletta: "Abbiamo partecipato grazie alla passione per le bici d’epoca", hanno detto alla vigilia. David finora ne ha collezionate otto che restaura lui stesso. David è ispirato dai nomi dei grandi campioni del ciclismo irlandese, ovviamente Stephen Roche e Sean Kelly. Di loro ammira la resistenza e la determinazione. Anche gli irlandesi restano più di una settimana in Toscana per godersi il paesaggio, la cultura, l’ottimo cibo e il buon vino.Dormono in tenda che, con l’umidità della notte dello stadio di calcio di Gaiole in Chianti, non deve essere il massimo della vita normale. Forse però lo è della vita a pedali nella quale ogni sacrificio è ripagato dalla gioia. La gioia di aver compiuto anche quest’anno una vera e propria impresa e vinto la sfida con se stessi: "Siamo molto soddisfatti del riscontro che l’Eroica ottiene tra gli appassionati di tutto il mondo – ha commentato Furio Giannini, presidente dell’Associazione Sportiva L’Eroica – Circa 500 hanno partecipato al percorso più lungo; ciò vuol dire che lo spirito eroico è sempre più forte ed affascina sempre più, sia i ciclisti che le loro famiglie". All’Eroica 2010 hanno partecipato 3469 ciclisti d cui 736 provenienti da 27 Paesi. (Ufficio Stampa L'Eroica)
Il prestigioso giornale britannico “The Independent” ha inserito L’Eroica tra le 50 gite in bicicletta, unica italiana, consigliate ai propri lettori con un servizio sul proprio sito web: QUI. Il servizio sottolinea l’unicità dell’Eroica che prevede la partecipazione esclusivamente con biciclette d’epoca.
QUI una galleria di foto dell'edizione 2010
QUI una galleria di foto dell'edizione 2010
martedì 5 ottobre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
GF d'Autunno ovvero..."this is the end"
"This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend
The end of our elaborate plans
The end of ev'rything that stands
("The End", Doors)
Fine della mia stagione "agonistica" (2 Marathon, 5 Gran Fondo, 1 Cronoscalata) con la GF "d'Autunno" alias "Avesa-Benini" alias "delle "Foglie Morte". Una GF che le recenti piogge durante la settimana hanno reso più complicata del previsto ma... andiamo con ordine. Partito da casa da Verona Borgo Santa Croce alle 0815 arrivo ad Avesa alle 0830. Ritiro pacco gara e numero e mi incrocio con Vittorio (Team Todesco) con il quale passerò la giornata e la gara. Cielo parzialmente coperto con temperature fresche al mattino che sono divenute più piacevoli col passare delle ore. Tolgo i manicotti poco prima della partenza in quanto la lunga salita asfaltata, che ci porta al primo tratto sterrato, permetterà di riscaldarci. La salita asfaltata fatta "a freddo" non è uno degli avvii che preferisco e penso solo a spezzare il fiato e prendere il ritmo. Io e Vittorio saliamo praticamente insieme superando bikers e superati a ns volta da altri bikers. L'abbandono del tratto asfaltato porta subito alla prima difficoltà tecnica con il passaggio su un lungo tratto sterrato con rocce piatte ("i sassoni") rese viscide dalle recenti piogge. Perdo a metà tratto la ruota anteriore e devo spingere di corsa la mtb per un breve tratto per non intralciare i bikers dietro e per trovare lo spiazzo giusto per ripartire. Il tratto nel bosco (fatto decine di volta quest'anno, sempre sull'asciutto o quasi) presenta quà e là le stesse difficoltà con bikers che scendono e spingono in alcuni tratti e per scivolate varie più o meno innocue. Qua e là problemi meccanici di alcuni bikers di cui un paio mi sembrano sprovvisti del materiale minimo (vuoi mettere risparmiare qualche grammo...). Pedaliamo senza dannarci più di tanto l'anima anche se è tutt'altro che una pedalata di fine stagione visto la difficoltà del percorso in queste condizioni. Ci dirigiamo verso il tratto Gaspari-Case Vecchie dove il primo giro in discesa nel bosco mi mette in difficoltà. Vittorio mi supera e dal quel momento in poi mi distacca sempre in discesa e lo riagguanto in salita e questo avverrà fino alla fine della gara dove arriverà un paio di minuti prima dello scrivente. La discesa (affrontata 2 volte) è una trappola in quanto le rocce sono delle saponette e anche se la conosco mi sembra di pedalare sulle uova. Vedo un paio di bikers in lontananza frullare e nello stesso punto, nonostante l'attenzione, perdo l'anteriore rimanendo miracolosamente in piedi credo più grazie alle coperture (2.25 ant. e 2.30 post) che alle mie capacità: è il campanello d'allarme. Da quel momento decido di non concludere la stagione con una caduta, o peggio facendomi male, e tiro il freno a mano. Molti bikers mi superano in quel tratto e mi fermo di tanto in tanto per farli passare. Nella salita successiva però ne riprendo 5/6 e li supero. Nel 2° giro decido che nella discesa devo andare più forte e quindi, pur con le dovute attenzioni, la affronto in maniera più decisa e fluida e li tengo dietro. Nell'ultima salita accelero e mi riavvicino a Vittorio che vedo distintamente sempre più vicino. Negli ultimi 5 km raggiungo e supero altri bikers e arrivo al traguardo con le gambe che girano bene e tanto fiato sintomo di una condizione fisica buona e che solo i tratti scivolosi in discesa mi hanno rallentato. Chissenefrega! All'arrivo vedo qua e là bikers che sono caduti (basta osservare i segni sui completi) ed uno seduto sull'ambulanza quindi ben venga siano arrivati prima di me, sinceramente non mi dispiace essere arrivato dietro, ho già dato alla 3 Valli con una quasi frattura del polso con megascivolata sulle rocce umide alla 1^ discesa. Vittorio mi arriva davanti di un paio di minuti, e si che non stava benissimo fisicamente, ma la sua capacità in discesa è sempre stata migliore della mia (ma anche lui “ha dato” alla mtb anni fa con una frattura del polso). Andiamo a consegnare il numero, beviamo qualcosa e poi andiamo a mettere le mtb nel furgone di Vittorio. Poi andiamo a prenderci il piatto di riso ed un bicchiere di bianco di Custoza. A seguire la lotteria dove per il 2° anno consecutivo Vittorio acchiappa qualcosa e scrivente un mazza nel senso di “nada” ovvero nulla. Non importa. Carichiamo le bici, ci salutiamo e ci diamo un appuntamento nel prossimo futuro per le uscite “invernali”. È stata una bella mattinata in mtb che chiude le danze di questo 2010 dal punto di vista delle gare. Ora solo escursioni da qui a febbraio. Eh sì perchè il freddo ed il maltempo non mi vedranno di certo appendere la mtb al chiodo: il materiale tecnico invernale è là che mi aspetta. “This is the end...”
Fine del dominio spagnolo nel ciclismo?
Una brutta storia che presenta ancora molti lati oscuri. Il primo e più importante è legato al lungo periodo di "latenza" della notizia. Contador, infatti, è risultato positivo il 21 luglio; la notizia gli è stata comunicata il 24 agosto in modo del tutto irrituale: una semplice telefonata da parte del medico della commissione antidoping dell’Uci. Il corridore ha deciso di fare subito le controanalisi che, poco tempo dopo, hanno confermato i primi test. A questo punto non si capisce bene perché non sia stata comunicata la notizia alla federazione spagnola che avrebbe dovuto prendere subito provvedimenti. E si sia atteso che la notizia trapelasse in modo anomalo (rimbalzando da una tv tedesca ad una radio spagnola per essere poi ufficializzata dal clan di Contador) oltre un mese dopo. Pesi e misure diverse a seconda del "peso" dell’atleta sulla scena del ciclismo-business? Oppure, come ipotizza l'Equipe, ritardi per verifiche e controlli aggiuntivi ispirati dall'ipotesi che lo spagnolo si sia sottoposto a trasfusioni ematiche (vietatissime) e si sia ritrovato positivo per essersi reiniettato una sacca di sangue prelevato distrattamente durante un periodo in cui si "curava" con il clenbuterolo? Il laboratorio di Colonia avrebbe trovato tracce di Ethylhexylphtalati, residui plastici simili a quelli che si trovano dopo una trasfusione e che provengono dalla sacca di plastica in cui è conservato il sangue. Si tratta di un metodo non ancora validato dalla Wada, dunque, non usabile come prova, ma comunque indicativo di una inconfutabile realtà: il ciclismo dei furbetti che continua a navigare nella melma e che non vuole cambiare. Disponibile, affabile, simpatico, oltre che abilissimo scalatore Contador è già stato sfiorato da mai chiarite vicende doping. Werner Franke, guru tedesco dell’antidoping, lo aveva definito "il più grande imbroglio della storia del ciclismo" sostenendo che la sigla A.C. che compare nel famigerato dossier dell’Operazion Puerto, appartenesse proprio a lui, che in avvio di carriera era stato uno dei pupilli di Manolo Saiz, il manager che – secondo le accuse - aveva organizzato su ampia scala il doping ematico per la sua Liberty Seguros. Accanto al caso-Contador ieri è emersa anche la positività alla Vuelta di Mosquera, lo spagnolo secondo dietro al nostro Nibali. Un diluente ematico la sostanza rinvenuta nel test, segnale di una sicuro tentativo di doping ematico se non viene dimostrata una particolare patologia poco probabile in un atleta che sta gareggiando in una corsa impegnativa come la corsa spagnola. Ma per il momento non è stato ancora sospeso. Infatti, mentre in Italia quel prodotto figura nella lista 5 ed è fra quelli vietatissimi per la legge 376/2000, dunque comporta per il Coni lo stop immediato, per la Wada figura fra le cosiddette sostanze specifiche, quelle che consentono, se rinvenute in modiche quantità di essere giustificate con un uso involontario. E questo un vero buco nero dell'attuale regolamento antidoping mondiale. Perchè il rinvenimento di una quantità minima di sostanza dopante non vuol dire che non ci sia stato doping vero e proprio e di alto livello. Tutto dipende dal momento di assunzione del prodotto e dal momento in cui le analisi vengono fatte. La sostanza infatti si degrada nel tempo e la minima quantità rinvenuta a giorni dall'assunzione non è certo prova di assunzione involontaria e senza intenzione di voler modificare la prestazione sportiva. Positivo anche il compagno di squadra di Mosquera nella Xacobeo, Garcia. Altre voci riguardano anche un terzo corridore, sempre della stessa formazione. Una autentica Caporetto del ciclismo iberico. Il dominio degli spagnoli in varie discipline comincia a trovare spiegazioni logiche? (estratto da Ciclonet.it)
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