Chi va in bicicletta regolarmente ricorda sicuramente di aver talvolta accusato dolori alle ginocchia.
Perché ?
Il ginocchio è sì molto sollecitato durante la pedalata, ma tale movimento è, di solito, regolare, ritmico e poco stressante per i tendini, i legamenti e la cartilagine. Allora cos’è che genera l’ infiammazione del ginocchio in bicicletta ? Si tratta, in genere di due possibili problemi: un sovraccarico di lavoro o l’uso di una bicicletta non adatta o utilizzata in maniera errata. L’articolazione più sollecitata durante il ciclismo è quella femoro-rotulea, situata al davanti del ginocchio e composta dal tendine quadricipitale, dalla rotula e dal tendine rotuleo. Ed e proprio su queste strutture che il gesto atletico scarica la maggior parte delle sollecitazioni.
Quando il ginocchio viene flesso a 130 gradi sulla rotula viene esercitata una pressione di 260 Kg, che sale a 420 kg quando la flessione del ginocchio è massimale a 145 gradi. Tali valori si innalzano ancora di molto se viene anche esercitato un carico sul piede durante l’appoggio sul terreno, potendo così raggiungere valori di pressione sulla rotula compresi tra i 500 e i 900 kg.
Chi ne viene a soffrire di più?
Sicuramente le due strutture più deboli della triade, la rotula ed il tendine rotuleo potendo dare luogo a quelle che, in termini scientifici, vengono classificate come sindromi rotulee e sono causa del cosiddetto dolore anteriore del ginocchio. La rotula va prevalentemente incontro alla sofferenza del suo rivestimento cartilagineo, mentre il sovraccarico del tendine rotuleo produce quadri di tendinite, visto che esso viene sollecitato circa 150 volte al chilometro.
Sicuramente le due strutture più deboli della triade, la rotula ed il tendine rotuleo potendo dare luogo a quelle che, in termini scientifici, vengono classificate come sindromi rotulee e sono causa del cosiddetto dolore anteriore del ginocchio. La rotula va prevalentemente incontro alla sofferenza del suo rivestimento cartilagineo, mentre il sovraccarico del tendine rotuleo produce quadri di tendinite, visto che esso viene sollecitato circa 150 volte al chilometro.
Le situazioni che stressano maggiormente il tendine rotuleo e la rotula si verificano quando il livello della sella è troppo basso e obbliga il ginocchio ad operare in tensione in tutte le fasi della pedalata. Una riduzione dell’angolo ottimale di lavoro causa, infatti una maggior compressione della rotula sul femore e di conseguenza cartilagini e tendini lavorano con una tensione maggiore. Anche una posizione in punta di sella mantenuta per lungo tempo, oppure l’utilizzazione di pedivelle troppo lunghe o la scelta di rapporti molto lunghi, soprattutto all’inizio della preparazione, sovraccarica l’apparato estensore muscolo-tendineo del ginocchio.
Una volta comparsi i sintomi di quello che potremmo chiamare il ginocchio del ciclista, come comportarsi?
Il consiglio è quello di recarsi prontamente a visita dallo specialista ortopedico, perché si tratta di patologie sì molto frequenti negli sportivi e soprattutto nel sesso femminile, ma anche molto subdole e che possono talvolta essere difficili da differenziare dalle sindromi meniscali. La palpazione del ginocchio e l’esecuzione di alcune manovre e test specifici consentono prontamente allo specialista di indirizzarsi verso la diagnosi. Per completare quest’ultima, prima di impostare il trattamento, sarà indispensabile la collaborazione dello specialista radiologo, che, dopo aver effettuato esami semplici come quelli radiografico od ecografico o esami più complessi come la TAC o la Risonanza Magnetica (che possono essere effettuate in condizioni statiche oppure dinamiche e durante la contrazione del quadricipite), potrà prontamente rilevare eventuali anomalie presenti quali una rotula alta, una displasia della troclea femorale, una iperpressione esterna della rotula, una alterazione dello spessore del rivestimento cartilagineo della rotula o del femore o una condizione di infiammazione o di degenerazione del tessuto tendineo rotuleo.
Il consiglio è quello di recarsi prontamente a visita dallo specialista ortopedico, perché si tratta di patologie sì molto frequenti negli sportivi e soprattutto nel sesso femminile, ma anche molto subdole e che possono talvolta essere difficili da differenziare dalle sindromi meniscali. La palpazione del ginocchio e l’esecuzione di alcune manovre e test specifici consentono prontamente allo specialista di indirizzarsi verso la diagnosi. Per completare quest’ultima, prima di impostare il trattamento, sarà indispensabile la collaborazione dello specialista radiologo, che, dopo aver effettuato esami semplici come quelli radiografico od ecografico o esami più complessi come la TAC o la Risonanza Magnetica (che possono essere effettuate in condizioni statiche oppure dinamiche e durante la contrazione del quadricipite), potrà prontamente rilevare eventuali anomalie presenti quali una rotula alta, una displasia della troclea femorale, una iperpressione esterna della rotula, una alterazione dello spessore del rivestimento cartilagineo della rotula o del femore o una condizione di infiammazione o di degenerazione del tessuto tendineo rotuleo.
Nei casi più resistenti alle terapie potrà essere necessario ricorrere ad infiltrazioni di acido ialuronico o di fattori di crescita piastrinici o ad interventi chirurgici, per lo più artroscopici di toilette del tessuto tendineo infiammato o di regolarizzazione del tessuto cartilagineo danneggiato o di riallineamento di eventuali squilibri dell’apparato estensore del ginocchio.
Tutto ciò influenzerà chiaramente le scelte del trattamento.
Inizialmente il trattamento sarà sicuramente conservativo e consisterà nel riposo dall’attività sportiva e in un programma di riabilitazione volto a riequilibrare i rapporti fra i diversi gruppi muscolari del ginocchio, il più delle volte incentrati sul rinforzo soprattutto sul rinforzo del vasto mediale e sullo stretching dei flessori del ginocchio.
Inizialmente il trattamento sarà sicuramente conservativo e consisterà nel riposo dall’attività sportiva e in un programma di riabilitazione volto a riequilibrare i rapporti fra i diversi gruppi muscolari del ginocchio, il più delle volte incentrati sul rinforzo soprattutto sul rinforzo del vasto mediale e sullo stretching dei flessori del ginocchio.
Fonte: Salutepiu.info
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