La notte non è del tutto riposante. Io fino alle 0200 mi sveglio più'
volte per bere. Alle 0400 mi sveglio con i morsi della fame e mi faccio
una barretta. Andrea soffre di qualche crampetto e non dorme molto
neanche lui. Bobo ci mette del suo svegliandoci alle 0500 per
fotografare l'alba. Alle 0630 siamo in piedi ,anche perché abbiamo "i
draghi" in pancia...una fame colossale. Colazione classica e poi andiamo
a prendere le mtb. La sera prima ci eravamo accordati con Marco
(gestore del rifugio) per lasciare del materiale nella stanzetta, tanto
saremmo tornati in serata. Grande mossa, che ci permette di
alleggerirci anche se occorreva portarsi dietro materiale per coprirci in quota e altre
emergenze. Salutiamo Bobo, che segue altre vie
verso Verona e partiamo con la compagnia di Alessandro, mio compagno di
team che si aggrega per l'escursione della giornata e che gli servirà
per un'ulteriore rifinitura in previsione SRH.
LA 2^ TAPPA
Dal Rifugio Battisti a Pian delle Fugazze
Verso le 0800 partiamo, seguendo all'inizio le indicazioni di
Marco, che ci aveva detto di un sentiero non segnato sulle carte. All'inizio becchiamo un'altalena e niente di meglio che inaugurare la giornata di fatica che ci attende con un bel giro, tranne Ale che prosegue in avanti.
Dopo la breve parentesi ludica riprendiamo e va tutto bene fino a quando il sentiero non lo troviamo piu' e a quel punto intervengo io, seguendo la traccia che avevo studiato, che andremo a prendere poco dopo, permettendoci di arrivare all'asfaltata che 5 km dopo ci porterà al Rifugio Campogrosso.
Il taglio effettuato ci permette di risparmiare tanti km e dislivello ma contempla comunque una serie di strappi che all'aggancio dell'asfaltata impongono di salire in modalità recupero fino al Rifugio, dove si rende necessaria sosta panozzo e coca. Ripartiamo godendoci la breve, ma piacevole, discesa che ci porta a Pian delle Fugazze e quindi svoltiamo a dx, sempre in discesa, sulla SP46 verso la Strada dello Xomo.
Da Pian delle Fugazze al Rifugio Papa e ritorno Dopo la breve parentesi ludica riprendiamo e va tutto bene fino a quando il sentiero non lo troviamo piu' e a quel punto intervengo io, seguendo la traccia che avevo studiato, che andremo a prendere poco dopo, permettendoci di arrivare all'asfaltata che 5 km dopo ci porterà al Rifugio Campogrosso.
Il taglio effettuato ci permette di risparmiare tanti km e dislivello ma contempla comunque una serie di strappi che all'aggancio dell'asfaltata impongono di salire in modalità recupero fino al Rifugio, dove si rende necessaria sosta panozzo e coca. Ripartiamo godendoci la breve, ma piacevole, discesa che ci porta a Pian delle Fugazze e quindi svoltiamo a dx, sempre in discesa, sulla SP46 verso la Strada dello Xomo.
La salita asfaltata che ci porta all'inizio della Strada degli Scarubbi è
piacevole ma rimane pur sempre una salita e l'affrontiamo prevedendo
che dopo sarebbe stata piu' dura. Quando inizia lo sterrato le cose
cambiano e l'impegno deve necessariamente essere maggiore e se anche ne
hai di piu' nel serbatoio occorre centellinare tutte le energie perchè
la giornata è ancora lunga e l'indomani ci attende un'altra tostissima
tappa. In alcuni punti soffriamo il fondo rovinato dalle piogge, comunque
con alcune brevi soste e ciacolando, arriviamo alla svolta che ci
introduce alle Porte del Pasubio.
La vista è meravigliosa, un paesaggio fantastico con il cielo blu, la roccia, i prati e le lingue di neve che scendono perpendicolari al sentiero. Alessandro è davanti di qualche centinaio di metri, non ha necessità di conservarsi e si "tiene" solo per rispetto nei nostri confronti ovvero del fatto che abbiamo già fatto una dura tappa il giorno prima e che una, altrettanto dura, ci attende l'indomani. A 3 km dal Rifugio a me e Andrea si accende all'improvviso la "luce rossa" della riserva. Le gambe giravano ma le energie stavano drammaticamente diminuendo, questo al di là che avessimo mangiato barrette e bevuto costantemente. Attraversiamo un bel tratto innevato e ciacolando definiamo che cosa ci saremmo mangiati al rifugio, arrivando affamati come lupi al Papa.
Il tempo di scendere dalle mtb e sederci a tavola per ordinare e "tempo zero" ci portano un fumante piatto di pasta che si "vaporizza" in pochi minuti.
Il dolce conclude il pasto e usciamo dal rifugio in condizioni fisiche nettamente migliori e con il morale sempre alto.
Da Pian delle Fugazze al Rifugio Battisti La vista è meravigliosa, un paesaggio fantastico con il cielo blu, la roccia, i prati e le lingue di neve che scendono perpendicolari al sentiero. Alessandro è davanti di qualche centinaio di metri, non ha necessità di conservarsi e si "tiene" solo per rispetto nei nostri confronti ovvero del fatto che abbiamo già fatto una dura tappa il giorno prima e che una, altrettanto dura, ci attende l'indomani. A 3 km dal Rifugio a me e Andrea si accende all'improvviso la "luce rossa" della riserva. Le gambe giravano ma le energie stavano drammaticamente diminuendo, questo al di là che avessimo mangiato barrette e bevuto costantemente. Attraversiamo un bel tratto innevato e ciacolando definiamo che cosa ci saremmo mangiati al rifugio, arrivando affamati come lupi al Papa.
Il tempo di scendere dalle mtb e sederci a tavola per ordinare e "tempo zero" ci portano un fumante piatto di pasta che si "vaporizza" in pochi minuti.
Il dolce conclude il pasto e usciamo dal rifugio in condizioni fisiche nettamente migliori e con il morale sempre alto.
Nonostante il sole, le temperature impongono un antivento e io mi metto
manicotti e bandana, visto che avevamo fatto una sudata colossale in
salita. Giu' in discesa sulla strada degli Eroi, con tratti e paesaggi
spettacolari ed io rimango sempre particolarmente attento nella discesa
(così come farò in discesa per tutto il raid) sapendo che il callo osseo
della mia clavicola sx merita il giusto rispetto dopo solo 4 mesi dalla
frattura.
Chi mi ha visto scendere prima della frattura non mi riconoscerebbe ma non posso permettermi di cadere nonostante mi senta in condizione di andare più forte...ma la la testa dice ancora no. Va bene così...
Arriviamo a Pian delle Fugazze velocemente e dopo una sosta
borracce proseguiamo in direzione Rifugio Campogrosso. I 6 km in leggera
salita mi mettono in difficoltà dall'inizio, senza apparente motivo, ma
stringo i denti e arrivo al Campogrosso in ripresa. La lunga successiva discesa - che ci porta ad incrociare lo sterrato in salita che avevamo
fatto la mattina in senso contrario - finisce abbastanza presto, così come
finisce presto lo sterrato che ci porterà ad agganciare l'asfaltata per
gli ultimi 5 km di salita. Ale ci saluta perché vuole fare la cronoscalata e fare presto ritorno a casa mentre io e Andrea preferiamo salire
senza fretta e conservarci per la tappa dell'indomani. A metà della
salita incrociamo un'enorme gregge di pecore, con muli, capre e caproni.
Chiediamo quante pecore sono e i pastori ci dicono che sono 2000, anche
se lo capiamo all'inizio con fatica visto l'idioma criptico. Il tempo di fare la curva
successiva e tutto il gregge la taglia e noi veniamo letteralmente
fagocitati. Per un po pedaliamo poi una volta circondati siamo
obbligati a scendere dalla mtb per alcuni km.
Riusciremo a salire in sella solo in prossimità del rifugio. Ale nel frattempo rimane intruppato in macchina in mezzo alle pecore perdendo tempo prezioso e lo salutiamo nuovamente quando lo incrociamo.
2^ Notte al Rifugio Battisti Chi mi ha visto scendere prima della frattura non mi riconoscerebbe ma non posso permettermi di cadere nonostante mi senta in condizione di andare più forte...ma la la testa dice ancora no. Va bene così...
Riusciremo a salire in sella solo in prossimità del rifugio. Ale nel frattempo rimane intruppato in macchina in mezzo alle pecore perdendo tempo prezioso e lo salutiamo nuovamente quando lo incrociamo.
Arriviamo al rifugio, siamo solo noi a dormire la sera (il giorno prima anche un gruppo di
escursionisti che da Arzignano andava al Santuario della Madonna della
Corona). Sistemiamo le mtb, ci docciamo e via a mangiare. Dopo la cena,
rimaniamo a chiacchierare col gestore fino alle 2200, bevendo io un
ulteriore weissen e Andrea un bicchiere di vino. Alle 2230 siamo stesi
sul letto e il sonno sarà immediato e questa volta senza sveglie.
L'indomani ci attende l'ultima dura tappa.
I dati della 2^ tappa
- Km: 71
- Dislivello in mt: 2764
- Ore pedalate: 8h 23'
- Ore pedalate in salita: 5h 46'
- Altezza minima: 720 mt
- Altezza massima: 1924 mt
- Massima pendenza: 20%
- Minima pendenza: -19%
- Calorie: 5776
CONCLUSIONI SULLA 2^ TAPPA
Delle 3 tappe, la seconda è stata la più facile, anche se all'arrivo al Rifugio eravamo ciucciati in ragione di una giornata di sole in quota che ci aveva cotto. L'attenta gestione delle forze e la bellezza dei posti hanno fatto si che la giornata passasse velocemente. Nonostante la fatica, il dislivello, il sole, arriviamo al rifugio stanchi ma motivatissimi per l'ultima tappa ma il solo guardare il Passo 3 Croci dal basso e pensare che ci sarà da spallare per 1h30' con zaino e materiale...fa venire i brividi. Ancora peggio pensando ai tratti Passo 3 Croci - Passo Plische e Passo Pertica - Passo Malera. Ma c'è una notte per recuperare le forze. In serata il Poltro ci informa che alle 0900 ci avrebbe aspettato in cima al Passo.
A domani per la storia della 3^ ed ultima tappa.
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