Un'uscita, quella odierna, che rimarrà nell'albo dei ricordi e che rientra nel novero delle escursioni piu' dure ed affascinanti fatte da scrivente. Come promessogli a suo tempo, accompagno il mio compagno di team Alessandro in un percorso da lui disegnato e battezzato da qualcuno dei nostri "al limite della pazzia" . Non bastasse il percorso nella testa di Alessandro ecco che sia io che Maestro (che si unisce a noi per un tratto) ci mettiamo del nostro proponendo varianti che contribuiranno ad indurire l'uscita. Ale vuole testare la sua condizione e tenuta atletica su un percorso veramente duro per vedere a che punto è la sua preparazione per la Sellaronda Hero ed io sono sempre attratto da questi percorsi al limite che esaltano le mie doti di resistenza. Non bastasse la bellezza dell'uscita ecco che Agostino (A) il giorno prima mi propone di usare le Orbea Occam (full) 29 pollici e una volta convinto Ale eccoci alle 0730 ritirare i due gioielli da 7000 euro l'uno, con Maestro che ritira anche lui una full Orbea Oiz da 26 (dal valore di 4000 euro). Tre gioielli da testare e che verranno messe alla frusta durante tutto l'arco della giornata. Alle 0830 partiamo tutti e tre da Giazza e subito la strada s'impenna in maniera feroce perchè prendiamo lo sterrato che porta ai Gauli con pendenze oltre il 20% che viene superato senza particolari problemi grazie alle doti di scorrevolezza della 29 e ad una guarnitura marchiata Shimano Xtr ultimo modello che funziona come un orologio svizzero.
Terminato il lungo e duro sterrato spuntiamo sul tratto asfaltato sempre in salita che ci condurrà a Campofontana. Riprendiamo lo sterrato che ci porterà in discesa in direzione Gerolin effettuando dei tratti spettacolari, quindi superiamo il ponte sul torrente Chiampo (non senza aver bucato) ma contrariamente ad altre volte ecco che prendiamo una variante proposta dal Maestro che ci porta verso nord. Riprendiamo quindi il percorso originario che ci porterà al Rifugio Bertagnoli e ci fermiamo per panozzo e coca. Oramai le temperature sono leggermente piu' alte e spunta un bel sole che abbinato al cielo azzurro regala gioia per gli occhi in ragione di panorami da cartolina. Ripartiamo ma propongo una variante che prevede di arrivare al sentiero Milani per altra via (direzione est) senza prendere il piu' facile ma lungo sentiero che parte in direzione sud est. Ale ed in parte Maestro decidono di attaccare la lunga salita iniziale con foga ma le pendenze oltre il 25% spezzano prima le velleità di Maestro e poi quelle di Ale. Una volta finito il tratto pseudopedalabile ecco che si spalla la mtb fino in cima per un 20' circa. Riprendiamo il percorso originale e ci dirigiamo via sentiero Milani verso Passo della Scagina e quindi Malga Fraselle (scivolata del Maestro) dove sostiamo e dove Maestro torna a Giazza via il 282 mentre noi prendiamo la Val Fraselle dalla discesa classica e dove a metà discesa mi si rompe il supporto che tiene la Gopro (gia successo l'anno scorso).
Frenatona per recuperarlo e quindi arriviamo a Giazza dove sostiamo per una coca e dove al bar incontriamo Ago e il Turco del nostro team in uscita allenante della pausa pranzo. Qualche ciacola e poi ripartiamo. Le Gosse anche conosciute come "Inferno di Pietra" sono una di quelle salite "che se conosci eviti" e oltre a dover dar loro del "Lei" devi affrontarle con il giusto approccio psicologico. Morale, vuoi la testa che ci voleva portare in cima (nonostante alcune gocce di pioggia) vuoi due missili come le Orbea che stavamo testando, fatto sta che arriviamo in cima pedalando (90% Ale ed 80% del percorso io) cosa che con la 26 non ci eravamo mai potuto permettere con tale facilità, nonostante la gamba ci potesse essere. Arriviamo al Gpm e dopo una veloce sosta per vedere i funghi raccolti da una signora, riprendiamo in direzione dei Parpari. Il tempo di arrivare in cima ed Ale comincia ad entrare in leggera crisi e quindi facciamo una deviazione per arrivare a San Giorgio dove Ale vorrebbe una coca. Non che le barrette mancassero ma l'acqua era scarsa e quindi dovevamo rifornirci. A San Giorgio scopriamo che era esplosa una bomba ai neutroni con strutture in piedi ma totale assenza di esseri umani e con i bar tutti chiusi, nonostante il giorno prima ci avessero detto che almeno uno sarebbe rimasto aperto.Vento, freddo ed ambiente spettrale ci impongono di abbandonare quel luogo ameno ma Murphy ama i coraggiosi (se non esagerano) e quindi incrocio un'escursionista che saliva in macchina e che mi regala due bottigliette d'acqua mentre Ale girovagava per San Giorgio cercando una casa aperta a cui chiedere acqua. Cielo scuro, qualche goccia di pioggia, ripartiamo in direzione Passo Malera con obiettivo il Passo Pertica da cui poi avremmo
preso la strada militare che ci avrebbe riportato a Giazza. Ma bisogna arrivarci. Ale prosegue andando un pò più di conserva mentre io da buon passistone sfrutto le mie doti di resistenza, con le gambe che girano bene, bpm nella norma e nessuna crisi di fame/sete in ragione dell'alimentazione che impongo sempre oraria e mai per numero di chilometri percorsi o per tappe fisse. Arriviamo al GPM di giornata a Passo Malera e qui spalliamo la mtb per tratti fino al Rifugio Pertica. La pioggia diventa leggermente piu' intensa ma sopportabile ma vista la quota e le temperature oltre all'antipioggia mettiamo la cuffia sopra il caschetto per evitare di bagnarci i capelli che con l'aria che tirava non sarebbe stata una scelta salutare.
In un tratto pedalato contraddistinto da radici bagnate ecco che in un passaggio l'anteriore scivola su una radice e mi ritrovo 1 metro sotto attaccato ad un cespuglio insieme alla mtb. Ale m'aiuta a risalire e continuamo fino al Rifugio Pertica dove sostiamo per una meritata sosta con coca e torta fatta in casa. Pronti via e facciamo rientro a Giazza via strada militare con le 29 che volano e quindi il tratto di asfalto nella foresta di Giazza che ci riporta alla macchina. Alla fine 58 km per 2535 metri di dislivello che sono veramente tantissima legna in cascina ma ne è stata anche bruciata parecchio (4712 kcal bruciate da scrivente).
Fantastiche le mtb usate che sono state veramente il valore aggiunto di quest'uscita. Personalmente soddisfatto della mia prestazione atletica che mi ha permesso di terminare con le gambe che giravano bene e che ha messo in luce un fondo frutto anche dei lunghi in bdc. Da quando uso la stradale per fare fondo, il mio range di km è notevolmente aumentato e anche se non ho uno spunto in salita che fa la differenza, riesco a mantenermi regolare nelle uscite lunghe senza cali di prestazione. Ora mi attende il raid di 3 giorni della settimana prossima con un altro biker che dovrebbe accompagnarmi a pedalare ed osservare le stelle della nostra Lessinia. Un ringraziamento ed un saluto ai due compagni di avventura, due autentici esploratori della Lessinia come me. Fantastico video in arrivo quindi tornate, conto di metterlo on line entro qualche giorno.
Alla prossima!
Bravi...e quanto ci avreste messo a fare 58 km.?
RispondiEliminaCiao e buona giornata :-)
Bellissimo resoconto, foto comprese, complimenti Andrea. Spero che un giorno mi accompagnerai a fare questo stupendo giro.
RispondiEliminaSono contento anche che tu abbia apprezzato una 29er, visto che avevi sempre manifestato il tuo scetticismo sulla bontà di queste MTB...sempre convinto di passare alla 27,5er?
Ciao ed estendi i complimenti anche al tuo compagno di merende :-)