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Terminato il lungo e duro sterrato spuntiamo sul tratto asfaltato sempre in salita che ci condurrà a Campofontana. Riprendiamo lo sterrato che ci porterà in discesa in direzione Gerolin effettuando dei tratti spettacolari, quindi superiamo il ponte sul torrente Chiampo (non senza aver bucato) ma contrariamente ad altre volte ecco che prendiamo una variante proposta dal Maestro che ci porta verso nord. Riprendiamo quindi il percorso originario che ci porterà al Rifugio Bertagnoli e ci fermiamo per panozzo e coca. Oramai le temperature sono leggermente piu' alte e spunta un bel sole che abbinato al cielo azzurro regala gioia per gli occhi in ragione di panorami da cartolina. Ripartiamo ma propongo una variante che prevede di arrivare al sentiero Milani per altra via (direzione est) senza prendere il piu' facile ma lungo sentiero che parte in direzione sud est. Ale ed in parte Maestro decidono di attaccare la lunga salita iniziale con foga ma le pendenze oltre il 25% spezzano prima le velleità di Maestro e poi quelle di Ale. Una volta finito il tratto pseudopedalabile ecco che si spalla la mtb fino in cima per un 20' circa. Riprendiamo il percorso originale e ci dirigiamo via sentiero Milani verso Passo della Scagina e quindi Malga Fraselle (scivolata del Maestro) dove sostiamo e dove Maestro torna a Giazza via il 282 mentre noi prendiamo la Val Fraselle dalla discesa classica e dove a metà discesa mi si rompe il supporto che tiene la Gopro (gia successo l'anno scorso).
Frenatona per recuperarlo e quindi arriviamo a Giazza dove sostiamo per una coca e dove al bar incontriamo Ago e il Turco del nostro team in uscita allenante della pausa pranzo. Qualche ciacola e poi ripartiamo. Le Gosse anche conosciute come "Inferno di Pietra" sono una di quelle salite "che se conosci eviti" e oltre a dover dar loro del "Lei" devi affrontarle con il giusto approccio psicologico. Morale, vuoi la testa che ci voleva portare in cima (nonostante alcune gocce di pioggia) vuoi due missili come le Orbea che stavamo testando, fatto sta che arriviamo in cima pedalando (90% Ale ed 80% del percorso io) cosa che con la 26 non ci eravamo mai potuto permettere con tale facilità, nonostante la gamba ci potesse essere. Arriviamo al Gpm e dopo una veloce sosta per vedere i funghi raccolti da una signora, riprendiamo in direzione dei Parpari. Il tempo di arrivare in cima ed Ale comincia ad entrare in leggera crisi e quindi facciamo una deviazione per arrivare a San Giorgio dove Ale vorrebbe una coca. Non che le barrette mancassero ma l'acqua era scarsa e quindi dovevamo rifornirci. A San Giorgio scopriamo che era esplosa una bomba ai neutroni con strutture in piedi ma totale assenza di esseri umani e con i bar tutti chiusi, nonostante il giorno prima ci avessero detto che almeno uno sarebbe rimasto aperto.Vento, freddo ed ambiente spettrale ci impongono di abbandonare quel luogo ameno ma Murphy ama i coraggiosi (se non esagerano) e quindi incrocio un'escursionista che saliva in macchina e che mi regala due bottigliette d'acqua mentre Ale girovagava per San Giorgio cercando una casa aperta a cui chiedere acqua. Cielo scuro, qualche goccia di pioggia, ripartiamo in direzione Passo Malera con obiettivo il Passo Pertica da cui poi avremmo
preso la strada militare che ci avrebbe riportato a Giazza. Ma bisogna arrivarci. Ale prosegue andando un pò più di conserva mentre io da buon passistone sfrutto le mie doti di resistenza, con le gambe che girano bene, bpm nella norma e nessuna crisi di fame/sete in ragione dell'alimentazione che impongo sempre oraria e mai per numero di chilometri percorsi o per tappe fisse. Arriviamo al GPM di giornata a Passo Malera e qui spalliamo la mtb per tratti fino al Rifugio Pertica. La pioggia diventa leggermente piu' intensa ma sopportabile ma vista la quota e le temperature oltre all'antipioggia mettiamo la cuffia sopra il caschetto per evitare di bagnarci i capelli che con l'aria che tirava non sarebbe stata una scelta salutare.
In un tratto pedalato contraddistinto da radici bagnate ecco che in un passaggio l'anteriore scivola su una radice e mi ritrovo 1 metro sotto attaccato ad un cespuglio insieme alla mtb. Ale m'aiuta a risalire e continuamo fino al Rifugio Pertica dove sostiamo per una meritata sosta con coca e torta fatta in casa. Pronti via e facciamo rientro a Giazza via strada militare con le 29 che volano e quindi il tratto di asfalto nella foresta di Giazza che ci riporta alla macchina. Alla fine 58 km per 2535 metri di dislivello che sono veramente tantissima legna in cascina ma ne è stata anche bruciata parecchio (4712 kcal bruciate da scrivente).
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Alla prossima!
Bravi...e quanto ci avreste messo a fare 58 km.?
RispondiEliminaCiao e buona giornata :-)
Bellissimo resoconto, foto comprese, complimenti Andrea. Spero che un giorno mi accompagnerai a fare questo stupendo giro.
RispondiEliminaSono contento anche che tu abbia apprezzato una 29er, visto che avevi sempre manifestato il tuo scetticismo sulla bontà di queste MTB...sempre convinto di passare alla 27,5er?
Ciao ed estendi i complimenti anche al tuo compagno di merende :-)