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mercoledì 18 gennaio 2012

Come la Rai uccide il ciclismo.

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Interessantissimo articolo di Stefano Boggia (ex pro su strada e di ciclocross) sull'inedeguatezza della RAI a commentare gare di ciclocross (ed io aggiungo ciclismo e mountain bike). Mi farebbe piacere sapere la vostra opinione quindi...lasciate commenti. 
Dopo la gara di mountain bike di domenica sono arrivato a casa giusto in tempo per vedere il Campionato Italiano di ciclocross sulla Rai, categoria Elite. La cronaca e le immagini sono state a dir poco uno scandalo; e non potrebbe essere altrimenti, visto la non qualificata presenza dei commentatori. Mi ricordo di quando sono stato selezionato per la prova di Coppa del Mondo di Milano, mamma e papà Guerciotti, e alla sera prima sono stato ad un tavolo vicino a quello di Sgarbozza e Fabretti, e sentivo dire fra loro “ma tu ne conosci qualcuno di questi del ciclocross? Cosa diciamo domani?” E di risposta: “no, non conosco nessuno, ma vedrai qualcosa ci inventeremo…”. Quindi la Federazione e la Rai, con tutti gli ex-crossisti o appassionati di settore, non trovano di meglio di riciclare i 2 commentatori delle corse su strada e “adattarli” al ciclocross. Quanto è importante il commentatore in uno sport? Moltissimo: basta vedere i risultati che hanno ottenuto con bravi commentatori altri sport, a partire dal funambolico commentatore della Superbike che ha sparato gli ascolti in alto; i commentatori del Motomondiale, molto carismatici; l’atletica, con Bragagna sempre informato su tutto. E noi, con il ciclismo? Noi affondiamo. Commentatori che non hanno esperienza di competizioni, che non conoscono la storia del ciclismo, che conoscono pochi corridori e continuano sempre a ricordare gli stessi, come è successo ieri con Franzoi (l’unico che conoscono). 
REGIA: VOTO ZERO: accendo la tele nel momento che Franzoi cade, evidentemente per un problema tecnico. La regia cambia inquadratura e i commentatori non si accorgono di nulla. Dopo 15 secondi urlano il classico “attenzione”, e ripetono il replay della caduta di Franzoi fino alla nausea. In gara continuo a vedere i primissimi, e poi ogni tanto si stacca e si passa a dei doppiati; il 4° lo si è intravisto ogni tanto solo di striscio. Neanche una inquadratura ai box, che è una delle zone più spettacolari in una gara di ciclocross. La gara viene decisa su un doppiaggio, dove Fontana ha un intoppo e Silvestri ne approfitta per attaccare; ovviamente la regia non se ne accorge e non stacca mai la telecamera da Silvestri, mentre Fontana rimaneva staccato e iniziava un furioso inseguimento. Si arriva poi al delirio totale quando all’ultimo km la regia riesce a perdersi la testa della corsa, per poi capire che il primo è Silvestri quando alza le mani sotto all’arrivo. 
COMMENTO: VOTO ZERO: E’ palese che nessuno dei 2 commentatori conosce nemmeno un atleta; per stilare l’ordine d’arrivo, aspettano il passaggio sotto il traguardo, ascoltato lo speaker Brambilla (sempre splendido nel suo lavoro) e ripetono quello che dice lui. Non riescono a nominare nessun altro, se non i 2 nomi che conoscono Franzoi e Fontana. Urlano al miracolo ed alla sorpresa quando vedono fra i primi Silvestri, e lo paragonano al negativo con Fontana “che guida alla grande”. Forse perchè non conoscono Silvestri, non sanno quanto và forte, e non lo hanno mai visto saltare 3 pali di legno in salita in gara internazionale. Non una sola parola spesa per l’inossidabile Marco Bianco, da 10 anni sul podio tricolore. Non si accorgno nemmeno di striscio dell’incidente con il doppiaggio occorso a Fontana, non sanno palesemente giudicare un distacco, non un commento tecnico su chi saliva le rampe ripide a piedi o in bici, non un commento sul cambio bici ai box o sul passaggio degli ostacoli. Semplicemente un salotto di invitati, con Fausto Scotti, Eva Lechner, ma della corsa in sè si interessano veramente poco. 
FCI: VOTO ZERO: La gara viene praticamente decisa per un doppiaggio, dove Fontana incappa e cade (anche se i commentatori non se ne sono accorti). Perchè i doppiati non vengono fermati? In Coppa del Mondo vieni fermato prima del doppiaggio: ci sono dei giudici lungo il percorso, che quando vedono che un atleta sta per essere doppiato prima che i primi sopravvengano tirano fuori dal percorso l’atleta prossimo al doppiaggio. Ieri si è visto problemi con i doppiaggi in ogni momento. Nel salotto di Fabretti si parla di accorpare Elite e Under 23 per un unico titolo, ma di questo se ne parla da anni. Il ciclocross non è come la bici da corsa, e i giovani non hanno un handicap dato dal fondo e dalla distanza, anzi, spesso gli Under 23 vanno più forte degli Elite, e questo è dimostrato in tutti i Campionati Nazionali in giro per l’Europa. Salvo poi fare partire 80 atleti in un colpo solo su un percorso di 2,5km come è successo quando gli Italiani li ho corsi io. Praticamente una corsa mezza persa in partenze. Ci dovrebbe essere un regolamento che prevede l’inserimento degli atleti in griglia in base ai punti, ed invece mi ero trovato davanti in griglia una quindicina di Under 23, “per favorire i giovani”, che non avevano i miei punti. Poi naturalmente però Franzoi o Fontana, anche se non partecipano alle gare per fare punti, hanno la libertà di partire davanti ugualmente. Ora se vogliono veramente accorpare le categorie, allora che accorpino anche i punteggi durante tutta la stagione. E sarà ora che all’Italiano possano partire i corridori selezionati, perchè vedere in gara ancora persone sui 60 anni che vengono doppiati 6 volte non mi sembra una grande immagine per l’ambiente del cross. Per tanto impegno che Commissario Tecnico e Federazione professano, ieri al Campionato Italiano hanno ottenuto zero pubblico sul percorso. Forse dovrebbero rivedere qualche punto, e mettere un pò di serietà in quel che fanno, non considerare sempre il ciclocross come un gioco prima delle gare su strada.

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