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mercoledì 8 giugno 2011

Doping: in Italia il problema è il ciclismo, parola di Ministro

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Il doping nello sport quasi non esiste. Almeno per la Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive (Cvd), istituita presso il ministero della Salute, che ha appena consegnato al Parlamento il suo rapporto annuale. Su 1.115 atleti controllati solo 53 sono risultati positivi pari al 4,7 per cento. Nel 2009 le federazioni più controllate erano state il ciclismo (51 eventi), il calcio (42 eventi) e l’atletica leggera (25 eventi), nel corso del 2010, considerati i risultati sulle positività emerse nell’anno precedente, la Commissione ha confermato e anzi ha accentuato l’attenzione sul ciclismo, seguito in termini numerici dall’atletica leggera e dagli sport invernali. Dal report arriva la conferma che la palma dello sport con la più alta incidenza di atleti scoperti a far uso di sostanze dopanti spetta ancora al ciclismo: su 289 atleti controllati, 26 sono stati i casi di positività, con una percentuale (9%) che si distacca considerevolmente da quella relativa agli sport invernali (3,94%) e dell’atletica leggera (0,57%). Nel calcio sui 27 controlli effettuati dalla Commissione, nessuno è risultato positivo. Tutti puliti, anche nella pallacanestro, nella pallavolo, nella boxe e nel canottaggio. Nella piccola cerchia dei dopati, il 60,4% degli atleti è risultato positivo per una sola sostanza, ma ci sono stati casi di veri e propri cocktail dopanti, con soggetti positivi a cinque, sei, addirittura otto sostanze. Gli agenti anabolizzanti sono il doping più diffuso, insieme alle sostanze ormonali (Epo), e tutti spesso sono associati ai diuretici e agli agenti mascheranti. Le sostanze più gettonate sono il norandrosterone e il noretiocolanone (quelle, per intenderci, che causarono anni fa la squalifica del giocatore della Juventus, Edgar Davids), seguite da principi attivi come il betamesone, presenti in farmaci di uso abbastanza diffuso, ma il cui utilizzo non dichiarato comporta una squalifica per doping. Non stupisce, anche alla luce dei sequestri operati dalle forze dell’ordine nell’ambito delle indagini su spaccio di sostanze dopanti nelle palestre, il dato relativo alla pesistica e alla cultura fisica: su 56 atleti controllati, cinque sono stati i positivi, ovvero quasi l’11 per cento. La Commissione non effettua solo controlli, ma si occupa complessivamente di tutta l’attività legata all’attuazione della legge antidoping: dallo studio sulle sostanze dopanti, alla formazione. Il quadro che emerge da questo fronte è fisiologicamente molto parziale. La mole dei controlli è, infatti, talmente ridotta da rischiare di fornire una visione fuorviante della realtà. Probabilmente ne è consapevole lo stesso ministro della Salute Ferruccio Fazio che ha recentemente stanziato due milioni di euro per rafforzare l’attività della Commissione. (Fonte: "Finanza e Mercati" del 7 giugno 2011 a firma di Daniele Sivor)

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