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lunedì 11 luglio 2011

L'Araba Fenice risorge ovvero la mia DSB 2011

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PREMESSA
Ci sono gare che hanno un significato meramente sportivo e statistico dove un biker guarda al risultato finale ed altre che vanno al di là del tempo cronometrico. Per me la DSB 2011 era una sfida con me stesso sia per la debacle dell'anno scorso sia perchè, a differenza di alcuni bikers, continuo a considerare la mountain bike un hobby puro e semplice e non una sorta di secondo lavoro. Arrivo alla DSB con 2000 km scarsi di mtb 2011, circa 500 km in più rispetto all'anno scorso e a seguito di alcuni test di tenuta sulla distanza che l'anno scorso non avevo fatto.
Già l'anno scorso...
Un approccio troppo spavaldo e sicuro di stare dentro i cancelli oltre alla pazza idea di fermarmi a fare foto percorso durante ed ecco poi la semicotta sui Baranci (poi recuperai il tempo perduto) ma sopratutto il diluvio di pioggia e grandine dal 75° km in poi che mi fece arrivare all'ultimo cancello con pochi minuti di ritardo. Grandissima delusione, una sorta di sconfitta personale che presi male per settimane. Nel post del dopo gara scrissi che nel 2011 sarei risorto dalle mie ceneri come l'Araba Fenice.
LA GARA
Alle 0630 sono già a Villabassa, entro in 2^ griglia alle 0655 e sono nel primo quarto del gruppo che dovrebbe partire alle 0735 (in realtà lo start sarà almeno 5' più tardi). Poco importa, devo solo arrivare e il mio obiettivo è stare dentro i cancelli di almeno un paio di ore fino all'ultimo, poi posso pensare a godermi il panorama. Tutta il percorso l'ho studiato a tavolino, sò cosa devo fare, quando e come alimentarmi. Pronti via ed ecco che aggrediamo la prima salita che deve fare selezione, io sono un diesel, salgo su agile con il 32x36, non mi trito la gamba e cerco di carburare senza andare fuori giri. Una volta terminata la salita ecco una serie di falsopiani, prendo il ritmo ed ecco arrivare ai piedi della 2^ salita che porta a Piazza San Silvestro. Le gambe cominciano a girare bene e salgo su senza problemi, con il freno a mano tirato e pensando a risparmiarmi, di strada ce n'è tanta ancora. Non è la 2^ salita quella tosta e mi preparo per quella successiva che sicuramente farà vittime ossia l'ascesa sul Monte Elmo. La prima discesa l'affronto senza affanno e cerco di riposare per poter affontare l'Elmo serenamente.La salita dell'Elmo è tosta ma fattibile e comincio a vedere che qualcuno che è partito troppo forte entra in crisi. Salgo su regolare, agile e mai fuori giri. Quando mancano 3 km circa alzo la testa e vedo una fila interminabile di bikers che spinge la mtb e capisco che è ora di mettere il 24x36 e salgo superando bikers che non ce la facevano a spingere su certe pendenze. Arrivo a circa 1 km dalla cima ed il terreno non la pendenza mi impone di scendere e spingere. Poco male, oramai manca poco ed io sto bene di gambe e di testa. Arrivo su dopo 4h13' dalla partenza. Bene, ho 3 ore di tempo per arrivare al cancello di Dobbiaco. Mi butto giù in discesa e scopro con piacere che diversi bikers sono proprio impediti  ed alcuni sono proprio piantati. Altri invece sono troppo spericolati. Scendo veloce ma mai oltre il limite e supero solo con la massima sicurezza per evitare rischi inutili. La discesa è fantastica e me la godo fino in fondo arrivando tonico e motivato ai piedi dei Baranci. Sarà perchè l'anno scorso presi una semicotta ma affronto la salita in difesa nonostante mi senta bene e continuo a ripetermi di non accellerare perchè "devi solo arrivare" e "conservati per l'ultima parte del percorso quando le forze verranno meno". 
I Baranci (non nella foto sopra) si rivelano una salita normale e breve, che esorcizzo da metà salita in poi affontandola senza timore riverenziale. Superata la salita mi butto giù in discesa pensando solo al cancello di Dobbiaco dove arrivo bene con le gambe che girano alla grande dopo 6h26' dalla partenza. Sono tranquillamente dentro i tempi ma mi viene un dubbio è l'ultimo cancello o c'è quello a Carbonin? Chiedo ad uno dei responsabili che mi di dice che c'è un cancello a Carbonin, prima della salita a Prato Piazza. ...azz! Mi dice che ho tempo, è un falsopiano e sono "solo" una 15ina di km scarsi. Parto ed eccomi all'inizio partire forte poi man mano che passano i km mi sento che non vado avanti. Incredibile, un falsopiano con pendenza tra il 2% ed il 4% e comincio a preoccuparmi. Non vado e basta, non riesco a spingere come vorrei ma le gambe non mi fanno male nè mi manca il fiato. E' come se fossi al massimo ma senza esserlo. Poi mi accorgo che mi superano in pochi e che anch'io a mia volta supero altri bikers.Pedalo controvento per parechi tratti ed in perfetta solitudine. Dietro di me e davanti altri bikers isolati. Ho odiato e maledetto quel tratto. Quando mancano pochi km all'arrivo a Carbonin e all'inizio della salita a Prato Piazza ecco che mi sblocco e riprendo a pedalare bene. Arrivo a Carbonin e scopro che non c'è nessun cancello così come era stato detto negli ultimi giorni. Mi fermo al ristoro e sapendo che ora si tratta solo di arrivare mi rilasso mentalmente per la prima volta dalla partenza. Una sorta di euforia controllata mi pervade ma cerco di rimanere lucido perchè in realtà...mancano ancora una salita ed una discesa ossia circa 25 km. Mi bevo 2 bicchieri di coca-cola e riparto. La salita è costante e non dura, potrei pure andare più forte ma oramai la tensione è svanita e comincio ad osservare il panorama e a chiaccherare con altri bikers che come me oramai ridono e scherzano sapendo che oramai ce l'avevamo quasi fatta. Pedalo sereno quindi e forse perdo anche troppo tempo lungo la salita ma è stato il momento più sereno ed intenso di tutta la gara, una sorta di nirvana ciclistico durante il quale pedalavo osservando un panorama meraviglioso. Arrivato al gpm c'è da fare la lunga discesa (15 km) fino all'arrivo e mi butto motivatissimo e con le gambe che girano a mille. Scendo giù veloce e supero bikers oramai alla fine delle forze. Arrivo a Villabassa con medie elevate con il 42 e con uno sprint in piedi che mi vede superare anche negli ultimi centinaia di metri. Passo il traguardo, un misto di rabbia agonistica e di euforia. L'Araba Fenice è risorta.

Poco dopo l'arrivo incontro l'amico Vittorio (Affi Bike) che mi precede al traguardo e che aveva anche lui un conto da saldare con la DSB in quanto avevamo fallito insieme nel 2010, più per colpa mia che per colpa sua, a dire il vero. Un doveroso omaggio fotografico a Vittorio quindi. Sono strafelice per te, sei un grande! 
L'ALIMENTAZIONE GARA DURANTE
Premetto un fatto importante ossia che non ho mai avuto un minimo accenno di crampi o crisi di fame. Al di là del fatto che negli ultimi 3 giorni avevo mangiato grandi quantità di carboidrati, per la gara mi ero organizzato in maniera precisa. Visto il meteo previsto prevedevo grandi sudate (io sudo molto) che avrebbero condizionato la gara dalle 1100 in poi quando le temperature sarebbero salite molto. Quindi sono partito con il Camelbag con 2 lt di acqua nel quale avevo sciolto 2 pastiglie di magnesio e potassio. Ogni 15' circa succhiavo un pò di acqua e la scorta è terminata a pochi km dall'arrivo. Al seguito avevo un borraccia da 1 lt nel quale avevo messo 2 bustine di Polase Sport quindi anche maltodestrine. Tale borraccia è terminata a Dobbiaco, dove ho fatto il pieno di acqua e basta. Come alimentazione "solida" ho mangiato mezza barretta di Carbo+ (carboidrati-maltodestrine e fruttosio) della Watt ogni ora circa. Quando arrivava il momento mi fermavo e perdevo qualche secondo per alimentarmi. Ai ristori ho mangiato qualche mezza banana e bevuto qualche bicchiere d'acqua. Morale, nessun crampo come dicevo e sopratutto nessun dolore alle gambe o in altri distretti muscolari la sera o il giorno dopo e di questo sono particolarmente soddisfatto.
I TEMPI
Ho chiuso in 9h27'. Sicuramente avrei potuto fare molto meglio ma l'obiettivo quest'anno era finirla. 
Analizzando i tempi ho motivo di ritenermi soddisfatto dell'approccio alla gara. Difatti, così come si evince dalla tabella la mia prestazione è sempre stata in crescendo, non perdendo posizioni ma guadagnandone.
Sono arrivato 1495° su 1670 che hanno deciso di fare il percorso lungo
Sono 237° della categoria M4 su 263 alla partenza di cui 9 non ce l'hanno fatta.
69 i veronesi partecipanti alla DSB dei quali 46 sul lungo (1 donna) e tra questi  solo uno non ce l'ha fatta.
Dei 69 "veronesi" ero il 4^ più anziano
In totale nel marathon 1576 bikers sono arrivati fino alla fine e 94 sono stati quelli che non ce l'hanno fatta. L'ultimo ha chiuso in 10h28' a meno di 2' dal tempo massimo di 10h30', anche lui un eroe.

CONCLUSIONI
La DSB, così come altre dure marathon, non è solo una gara ma un viaggio dentro noi stessi, a seguito della quale si cambia un poco e si migliora la "percezione" del nostro essere bikers. Dopo la "sconfitta" 2010 per mia presunzione, mi sono presentato più rispettoso della gara e con maggiore coscienza dei miei limiti. Con poco meno di 2000 km di mtb alle spalle e all'età di 48 anni non potevo improvvisare. Nonostante la passione per la mtb e per lo sport in generale, che pratico da oramai 30 anni, non dedico, tutto il tempo necessario agli allenamenti in mtb per poter migliorare sensibilmente le mie prestazioni. Non è di certo uscendo 2 volte la settimana che vedrò migliorare i miei risultati ma il mio tempo libero non è soltanto mtb. Le due uscite lunghe (100 e 120 km) pre-DSB mi hanno dato fiducia nel lavoro svolto fino a quel momento e mi sono presentato alla partenza convinto che avrei potuto farcela, se avessi fatto quello che avevo pianificato in termini di pedalata agile, ritmo ed alimentazione. La testa, sapevo, che avrebbe tenuto, avevo avuto modo di averne prova anche alla Lessinia Legend Marathon.
Ora che la DSB è stata "conquistata" un altro obiettivo mi si profila all'orizzonte:
Sella Ronda Hero Marathon 2012? Quien Sabe...

Alla prossima e..attendo i commenti!

2 commenti:

  1. ...è sempre un piacere leggerti dopo queste avventure, rivivo le sensazioni di domeniche speciali. Mi auguro che certe passioni non si perdano mai.
    Già, "il conto aperto"...una volta arrivato, mi sono messo dietro le transenne ad aspettarti, coinvolgendo chi era con me...sto conto lo si doveva chiudere una volta per tutte.

    Vittorio

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  2. ...che altro aggiungere, Andrea, a questo tuo racconto?
    Mi hai fatto rivivere una gara che ho fatto solamente una volta, nel lontano 1999, sotto l'acqua e freddo patito a "buso", tanto che nell'ultima discesa sono caduto perchè non riuscivo più a tenere il manubrio da tanto ero inzuppato e semiassiderato...ed era luglio!!!!
    Dopo aver letto le tue sensazioni, mi sta tornando la voglia di rifarla, chissà...anche se la Sella Ronda Hero, mi attira assai...
    Sei stato un grande!!!
    Ciao.

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