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martedì 20 ottobre 2009

"El Veronese": origini e caratteristiche

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Premessa.
La mia "attrazione fatale" per Verona nasce nel 1982 quando arrivai a Verona per lo svolgimento del servizio di leva (9°/82) e fui assegnato alla Caserma "Passalacqua" (recentemente venduta dal Ministero della Difesa e ora proprietà del Comune di Verona). Proveniente da Torino dove "la sopravvivenza urbana" era sicuramente resa più difficile anche a causa del periodo degli "anni di piombo", mi ritrovai in una città sicuramente più a misura d'uomo e meno metropoli (anche se nel 1981 fu rapito Dozier era sicuramente più vivibile di altre città). Rimasi affascinato dalla città e diversi anni dopo (14 per essere precisi) vi feci ritorno per viverci (1996) dopo aver convinto la moglie con una vacanza nel 1995 per farle conoscere la città e farle lasciare il Piemonte dove era nata e cresciuta. Dopo aver acquistato casa è nata anche mia figlia, oramai a pieno titolo "scaligera" e "dotata" come altre ragazze/ragazzi della tipica calata "veronese". I numerosi conoscenti e amici scaligeri (bikers e non) con gli anni mi hanno "avvicinato" al vernacolo tipico di queste zone e mi hanno sempre più fatto interessare all'origine del dialetto e del vernacolo scaligero. Quanto segue sono alcune informazioni che ho trovato recentemente in rete e che potrebbe interessare anche uno scaligero DOC che magari disconosce questi particolari. Buona lettura...butei!


El Veronese
Il dialetto veronese (dialèto veronese) è un dialetto della lingua veneta, appartenente al gruppo gallo-italico della branca galloromanza, parlato nella provincia di Verona. La parlata si diversifica tra le diverse zone del territorio, in particolare nei paesi confinanti con altre province (Vicenza, Padova, Rovigo, Trento, Mantova e Brescia). Deriva dal latino volgare, che si presume fu a sua volta influenzato dal venetico, lingua indoeuropea, parlata dai popoli che dal VI secolo a.C. si insediarono nella regione. Nel corso del tempo, grazie a diversi poeti e scrittori, il veronese ha subito una "codificazione" a livello scritto, prima era solo tramandato oralmente dai genitori ai figli.

Nel territorio della provincia di Verona il dialetto presenta varie sfumature lessicali e fontiche da una zona all'altra. Possiamo quindi riassumere con questo schema le varianti dialettali:
* veronese puro, parlato ovviamente nella città di Verona, e si estende fino a circa Sona (ad ovest) e Caldiero (ad est). Soprattutto andando verso Nord, dove troviamo Illasi, Tregnago, Badia. Qui si parla il puro dialetto veronese.
* le cosiddette parlade del lago con influssi trentini, parlate circa da Torri del Benaco a Malcesine
* le parlade del lago con influssi bresciani, parlate circa da Garda a Peschiera del Garda
* veronese del Baldo e della Val d'Adige, parlato circa da Brentino Belluno a Caprino Veronese
* valpolicellese, parlato nella zona della Valpolicella, ovvero attorno Negrar
* lessinico, parlato circa da Sant'Anna d'Alfaedo a San Giovanni Ilarione
* veronese orientale, ovverno attorno alla zona di San Bonifacio, con forti influssi vicentini, oppure padovani in alcuni paesi
* villafranchese, parlato nella zona attorno a Villafranca
* veronese con influssi mantovani, parlato circa da Valeggio sul Mincio a Gazzo Veronese
* veronese della Bassa, parlato circa da Nogara a Castagnaro

In alcuni dialetti della provincia di Vicenza o di Padova, parlati in comuni confinanti con quelli di Verona, quali Lonigo o Montagnana si rintracciano forti legami col veronese. Lo stesso avviene ad esempio nella Bassa Mantovana nei comuni di Villimpenta o Castel d'Ario o nell'Alto Rodigino, in primis a Villa d'Adige e Badia Polesine, dove la parlata non si discosta eccessivamente da quella veronese.

Una caratteristica del dialetto veronese che ne denuncia la derivazione galloromanza è la presenza obbligata ed enclitica del pronome personale nelle interrogative dirette: ad esempio "Vienlo o no?" (viene o no?); "Vuto vegnar con noantri?" (vuoi venire con noi?) assieme a quasi tutti le altre varianti della lingua veneta (vienlo? , vutu? /vóstu? / vóto? , magnèo?) escluso solo il veneziano moderno.
Un'altra caratteristica, comune in tutti i dialetti veneti, è il pronome clitico, posto tra soggetto e predicato nella seconda persona singolare e nella terza sia singolare che plurale: ti te compri (tu compri), Marco el magna (Marco mangia), i cani i baia (i cani abbaiano). Questi pronomi, inoltre, stabiliscono il senso della frase al posto delle desinenze dei verbi: el parla/i parla (parla/parlano), te compravi/compravi (compravi/compravate).
Per quanto riguarda la fonetica, un tratto tipico del veronese in comune con il bellunese, con il polesano e con le parlate della Laguna Veneta (eccetto Venezia ) è che la L viene sempre pronunciata piena e mai evanescente cosicché "bala" viene pronunciata semplicemente "bala" , "scóla" viene pronunciata "scóla" ed infine "ciàcole" si pronuncia semplicemente "ciàcole" (laddove le altre varianti pronuncerebbero "bàea, scóea, ciàcoe").
Caratteristico solo del veronese è invece l'interrogativo "ci": "ci sìto? ci èlo? ci èlo ci? ci ghe dirli?"
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Per informazione:
- se ti piace il dialetto veronese? Ascolta alle 12,20 Radio Sorrriso... con Quartino, Petoa e la Nina... (Radio Sorrriso a Verona è possibile ascoltarla sul 99,4 )
- sito su Verona e i Veronesi in dialetto veronese: l'Arena Domila

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