SEZIONI DEL BLOG

venerdì 23 settembre 2016

Cactus Chronicles: storie di bdc, salite, polpacci ed eternit (23/9, 2016)

Bookmark and Share

Ogni uscita in bici - che sia mtb o bdc - ha sempre qualcosa da raccontare. 
Ognuno scrive i propri racconti, enfatizzando quello che preferisce maggiormente: 
la propria prestazione, il territorio, la salita...ma anche tante altre cose.
L'uscita di oggi ne è la dimostrazione. 
Rifaccio un percorso fatto tante altre volte ma ogni volta è diverso. 
D'altronde Saramango scriveva:

"Il viaggio non finisce mai. 
Solo i viaggiatori finiscono. 
E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. 
Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. 
La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. 
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. 
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. 
Bisogna ricominciare il viaggio. 
Sempre. 
Il viaggiatore ritorna subito." 

Parto da Borgo Santa Croce (quartiere di Verona) direzione Diga del Chievo. 
Le temperature sono oramai più basse, d'altronde siamo in autunno.
Voglio salire in quota, sentendo le sensazioni del momento e decidendo che strada fare mano a mano.
Su lungadige Attiraglio aggancio un duo di stradisti con le maniche lunghe.
Hanno una buona media oraria quindi mi accodo per un breve tratto ma continuano a viaggiare affiancati, il che non mi piace molto.
Mi stacco leggermente ma arrivati alla diga, prendono anche loro per la ciclabile del Biffis.
Rimango staccato di qualche metro, non voglio superarli e fare da locomotiva e non voglio ciucciare ruota.
Superiamo tanti stradisti e dopo Bussolengo si aggancia altro stradista che decide di ciucciare la mia ruota.
A Sant'Ambrogio il duo svolta a destra ed io proseguo.
Aumento la velocità, lo stradista (di compagine cittadina) ciuccia lo ruota e nonostante faccia segno col gomito, non da cambi allora io calo un poco
Arrivati alla salita di Rivoli scalo e accelero, salendo a cannone la prima rampa.
Lo stradista si stacca leggermente, si mette en danseuse e cerca di prendermi.
Rallento, lo faccio avvicinare e poi do un altro tirone.
Oramai è dietro.
Supero il gpm e poi giù in discesa.

Mi fermo per la foto sul punto panoramico e da dietro non arriva nessuno, probabilmente lo stradista ha girato per la pale eoliche.
Riprendo e arrivo a Rivoli. 
Che faccio? 
Verso il lago o verso nord?
Prendo verso nord.
"Andiamo a comandare" ...sulla Peri - Fosse.
Temperature in crescita, seguo la ciclabile, a Peri attraverso il ponte sull'Adige e attacco la salita.

La Peri - Fosse è una bella salita, me la godo senza tirarmi il collo, bpm sotto controllo ma alla fine si tratta di aspettare il 9° tornante, li non puoi barare, inizia il tratto più duro e più lungo.

Anche quello se ne va ma non è un passeggiata anche perchè mi godo sempre tutto ma... al 99% perchè ascolto sempre il mio ginocchio destro, spero che l'anno prossimo non sia più così.
A Fosse fa decisamente più fresco, smanicato e quindi giù in discesa verso sud..
Sul tratto  Fosse - Bellori, sosta volante ai margini della strada per un bisogno fisiologico e per puro caso vedo sotto di me, nel bosco, che qualcuno ha gettato dell'Eternit.

Complimenti a questo genio, magari ha pure dei figli...
Riprendo la discesa e a Stallavena spunta uno stradista che penso fosse partito da poco, il quale mi supera.
Accellero per agganciarlo e poche centinaia di metri dopo sarà cosa fatta.

L'occhio mi cade subito sui polpacci, veramente enormi.
Ciuccio ruota per un po, poi gli do il cambio. 
Arrivati a Quinto, si stacca e non mi prende più anche perchè io ho tirato un fuori giri per attaccarmi ad altro stradista.
Un vero e proprio caccia a cui faccio fatica a ciucciare la ruota e non credo che fosse merito dei calzini...

Gli do un cambio e brucio tutto quello che ho e a Poiano, una volta avuto il cambio, lui prende lo Stargate e si allontana. 
Rallento, ho polpacci e quadricipiti in fiamme, ho tirato a bestia
Arrivo a Verona

chiudendo con 86 km e 1210 mt+.

Oramai sono prossimo ai 3000 km e mi avvio velocemente verso i 40.000 mt+.
Per essere stato operato a marzo al ginocchio, non potevo sperare tanto.
Per la statistica bpm medio di 145 e max di 192.

See ya!

Nessun commento:

Posta un commento