Eccomi qui a raccontarvi la mia 3 Valli, dalla parte del biker e non come facente parte del C.O. della gara in questione. Premetto che chi mi conosce veramente sa quanto io mi sforzi costantemente, come forma mentis, di essere coerente ed oggettivo (motivo per il quale sono sempre molto critico nei confronti di me stesso e corretto nei confronti dei miei interlocutori) e quindi la mia disamina sarà rispettosa della realtà della gara e non sarà influenzata da fattori legati alla mia partecipazione attiva nell’organizzazione della stessa.
Il pre-gara
- sabato 26. Sono all’ora di pranzo a Tregnago, non appena terminate le formalità “classiche di famiglia”. Mi piazzo alla distribuzione dei gadget del Lessinia Tour e Coppa Veneto. Rivedo un sacco di bikers amici, ne conosco di persona altri, frequentatori di mtb- forum e di questo blog. Nel tardo pomeriggio vado a seguire una presentazione legata alla Legend a cui partecipo come C.O. e biker partecipante. Poi mi sgancio, rivado a dare una mano. Verso ora di cena torno a casa e in serata preparo tutto, dalla mtb al materiale, all’abbigliamento.
- domenica 27. Alle 0700 sveglia, colazione (2 toast prosciutto e formaggio, una banana ed un bicchierone di ACE) e alle 0800 carico con calma la bici, ricontrollo di aver preso tutto e alle 0820 parto per Tregnago dove arrivo alle 0850 circa. Parcheggio trovato con estrema facilità e preparazione della mtb (numero). Decido di non mettere i cosciali ma solo i manicotti. Sulle gambe metto gel riscaldante (ho usato quello di Decathlon, non vale una mazza) e mi dirigo con calma a fare un giro tra area expo, area Team e Auditorium. Quando aprono le griglie mi dirigo verso la 1^, il mio numero è da 3^ griglia ma far parte del C.O. vorrà pure dire qualcosa, posso così arrivare prima e dare una mano ai ragazzi ce ne fosse bisogno. Quindi esibisco il mio passi e Andrea (B., il patron della Divinus) mi fa passare e mi dice scherzosamente di fare attenzione alle furie davanti alla partenza. Mi accomodo davanti, mangio mezza barretta, un sorso di integratore e accendo il gps, aprendo il file della gara. A fianco a me un simpatico (M1) biker friulano (Zanier) che chiude con un eccellente 1h57’e con il quale in griglia ciacolo e mi racconta del movimento mtb in Friuli e delle difficoltà ad allenarsi essendo padre di un bambino di 18 mesi che, come naturale che sia, limita ora a volte il tempo per l’allenamento. 5 minuti prima della partenza mi tolgo i manicotti, fa caldo. Sparano i trombini, la gara ha inizio e io e Zanier ci diamo l’in bocca al lupo.
La gara
La Partenza. Soffro sempre le partenze e oramai lo so. Davanti partono come furie, cerco la scia sull’asfaltata ma a metà mollo perché mi devo ancora riscaldare per bene, tanto tra poco ci sarà la salita. La salita è un serpentone, all’inizio fatico a prendere il ritmo ma a metà dell’asfaltata comincio a carburare lentamente. I missili sono già lontani ed io mi ritrovo nella pancia del gruppo, conosco il percorso e attendo che inizi lo sterrato e di superare il duro strappo finale che ci porta al 1° gpm. Mi sento stanco, forse la partenza a cannone, ma sento che, come al solito ( e purtroppo), le gambe cominceranno a girare dopo 10/15 km. Superiamo lo strappo del GPM e si respira, ora si viaggia veloci ma non quanto vorrei e potrei, troppa gente che prende traiettorie rischiose cambiando direzione all’improvviso, vedo qualche derapata improvvisa causa frenate violente, come al solito c’è qualcuno che se la và a cercare. Passo sul punto in cui in ricognizione mi giocai l’unghia dell’alluce sx e penso che oggi devo arrivare sano e salvo, il Lessinia Tour è lungo.
Il Single Track. Arrivo al single track abbastanza bene, si viaggia veloci, siamo un gruppone di circa una 50ina di unità che si assomiglia come passo. Sul single c’è un tappo, una decina di bikers che vedo timorosi nel passaggio messo in sicurezza dai nostri e che hanno difficoltà a passare in sella alla bici. Capisco che le gare devono essere aperte a tutti ma non capisco come un passaggio del genere possa creare difficoltà. Credo che alcuni bikers debbano affinare, oltre al fiato e alle gambe, anche la dimestichezza con alcuni passaggi, e ve lo dice uno che sicuramente non è un Brumotti. Pochi minuti a spingere e poi riprendiamo, si pedala bene e in un attimo superiamo Bellocca e ci dirigiamo verso la provinciale. Nelle discese veloci tutto ok mentre in quelle tecniche il delirio. Gente letteralmente bloccata impone di fare attenzione nel superarli mentre oramai veniamo presi dai missili della 2^ griglia che noncuranti di tutti passano prendendo non pochi rischi per sé e gli altri. Fa parte del gioco quindi non prendo rischi, supero quando posso e alla fine rimango solo e velocemente riprendo vari gruppetti davanti. Supero il guado bagnandomi come tutti e riprendo a salire anche se sento che nelle ricognizioni andavo molto meglio. Ci dirigiamo verso la provinciale ed il sottopasso
Il sottopasso. Arrivo nel budello con un gruppo e nella 1^ parte c’è acqua ma la difficoltà è data dalle rocce e dai sassi ma la si svanga, poi arriva il fango e di tanto in tanto mi fermo e riparto, non penso nemmeno al problema perché questa è mtb ma all’arrivo e su mtb-forum-mtb4all scopro che mentalmente alcuni bikers sono andati in corto circuito mentale, mah...
Arrivo al sottopasso, lo supero e mi dirigo verso il ristoro dove non mi fermo e mi dirigo velocemente con un trenino di bikers verso il passaggio sul progno.
Verso il 3° gpm. Nel passaggio del progno, cambio rapporto e mi accorgo che rimane bloccato, devo uscirne fuori, più avanti c’è il tratto asfaltato in salita, e mi fermo. Il deragliatore anteriore è bloccato dal fango, la corona del 24 non aggancia e ho il terrore che lo faccia solo quella del 42 che significherebbe gara finita. Perdo 5’ poi posiziono la catena sul 32 e mi dico che abbinato con il pacco pignoni 11-34 posso svangarla fino alla fine. Pedalo ma nella penultima salita che mi porta al ristoro mi dico che un 24x11 l’avrei pure messo visto che io vado in genere più agile pur mantenendo la velocità ma oramai non rischio di cambiare corona e spingo. Ad un certo punto saluto Luca l’ingegnere che mi supera, sale su come una scheggia e chiuderà in 2h35’ circa, mi sembra. Complimentoni. Arriva la svolta a sx, uno del Team al ristoro mi viene incontro e mi chiede se voglio qualcosa ma sono a posto. Arriva un tratto di discesa tosto, sopratutto quello iniziale, e voglio essere da solo. Inizio la discesa e voglio rimanere a sx ma non faccio in tempo perché un gruppetto di missili mi raggiunge e per farli passare (non volevo ma poi…) mi sposto sulla dx dove è un susseguirsi di rocce e gradoni, sono in velocità, arretro per evitare capottamenti, mi ringraziano e alla fine riesco a riprendere il sentiero dalla parte sx e continuare. In un attimo arrivo giù al vajo di Mezzane, praticamente da solo.
Verso l’ultima salita. Sulla lingua asfaltata che porta alla salita ne approfitto per rallentare e spararmi un gel e bere oltre a dare info a chi le chiedeva circa la distanza alla fine della gara e stato della salita e della discesa. Inizio la salita e sento che sono stanco perché la stessa salita l’ho sempre affrontata senza problemi, avessi il 24x11 lo metterei ma mentre penso che devo solo spingere ecco che arriva la prima avvisaglia di crampo e qui scopro qualcosa di nuovo, è la nuova posizione in sella. Per la prima volta sento che è il bicipite femorale dx prima e poi sx che si apprestano ad “attaccarmi” ma mi dico che non può succedere qui, quindi “indurisco” il rapporto, la frequenza di pedalata diminuisce ed io comincio a sentire che le gambe pompano brutalmente. Alla fine del tratto più impegnativo dal punto di vista del terreno i crampi sono passati e non sono sceso dalla bici ma le gambe mi fanno male. Bevo dalla borraccia e continuo, fino ad arrivare al cancello e alla strada asfaltata. Inizia la discesa finale
L’ultima discesa e l’arrivo. Inizia la discesa, la conosco bene, veloce e tecnica con alcuni tratti su cui fare attenzione. Qui la stanchezza può giocare brutti scherzi e vedo diverse scivolate. Una ragazza davanti a me si ferma all’improvviso colta da crampi violenti, non riesce nemmeno a stare in piedi o a spingere la bici, sembra quasi piangere dal dolore. Chiedo se ha bisogno di qualcosa ma poco dopo arrivano alcuni suoi amici e l’aiutano, io riaccellero e scendo velocemente, nessuno mi supera, me li lascio dietro e a metà discesa mi riaggancio ad un trenino che poco dopo ne riaggancia un altro. E’ coltello fra i denti, guardo il gps, viaggiamo oltre i 30 sulla strada bianca. Con un accelerata mi porto a metà gruppo. Lancio la volata sull’asfaltata e mi trovo testa a testa con un biker che non molla ma che supero alla fine. E’ finita, guardo il gps che mi restituisce 3h03' ma TDS riporterà 3h04'. Potevo stare sotto le 3 ore ma và bene così. L’obiettivo principale raggiunto ovvero arrivare ed incolume, voglio continuare a pedalare ed entrare in condizione oltre a voler terminare il Lessinia Tour.
Mi potete seguire su mtb-forum dove rispondo a lamentele e complimenti dei bikers partecipanti.
Vi invito inoltre a partecipare al sondaggio post-gara (in alto link "sondaggi") se l'avete fatta, grazie.
Gli articoli sulla gara di Solobike.it QUI e Pianeta Mountain Bike QUI
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Commento finale. A mio parere tutto è andato molto bene anche se qualcosa è da migliorare. Il tratto nel fango lo affronteremo come problema nella prossima riunione e vedremo di trovare una soluzione per il prossimo anno ma ribadisco che a mio parere si è troppo speculato sull’assurdità di quel tratto che seppure “bastardo” non può portare ad esprimere un giudizio negativo sulla gara nel suo insieme. Come già scritto sul forum mi viene da ridere pensando alla Durello 2010 e alla S.Valentino 2010, gare che ho fatto “immerso” nel fango dall’inizio alla fine (senza proferire una lamentela anche perchè non me l'aveva di certo ordinato il medico di farle...) e alle gare della River Marathon dove il fango in genere la fa da padrone.
Ho letto critiche pesantissime e offensive nei confronti del C.O. a cui non voglio nemmeno rispondere tanto sono assurde. Sembra che tutti siano organizzatori di Gran Fondo un po’ come tutti sono allenatori di calcio…
Ringraziamenti
A margine di questo lunghissimo post un ringraziamento a tutti coloro che con sms, email e telefonate mi e ci hanno ringraziato nel post gara. Ho avuto moltissimi attestati di stima da parte di moltissimi bikers, frequentatori del blog e amici vari. Un saluto particolare a Vittorio (Affi Bike), Dimitri (MTB Golosine), oltre a Diego, Simone ed Andrea dell’MTB Villafranca e a tutti gli altri.
Il Team Andreis
Il Team Andreis
Per concludere un ringraziamento particolare a tutto lo staff del Team Andreis, in primis Simone, vero timoniere del C.O., ad Agostino, a Giorgio e a seguire tutti gli altri, compresi volontari, mogli, fidanzate, amici e compagnia cantando che hanno fatto sì che la “nostra” gara avesse luogo. E’ il 1° anno con il Team Andreis e sono orgoglioso di fare parte di un team che oltre ad avermi accolto nel migliore dei modi possibili è sempre costantemente impegnato per divulgare la cultura della mtb nelle ns valli ed in Lessinia sia nella sua forma agonistica che in quella escursionistica e adoperandosi in maniera da creare quella sinergia tra movimento mtb, territorio e turismo che è alla base del progetto Lessinia Tour.
Alla prossima e..Oltre l'Ostacolo... nella vita...e in garaPS: in itinere video e risultati del Team
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