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giovedì 20 giugno 2013

Raid "Uanz" (14-16/6, 2013). Considerazioni finali

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Un raid come quello trascorso è un sfida nei confronti di se stesso in primis, una prova che va al di là delle proprie capacità fisiche in ragione dell'assoluta necessità che alla preparazione fisica si accompagni la volontà assoluta di portarla a termine. 
Certo, tutto è relativo, dipende dal biker, noi eravamo e siamo due bikers sui generis che pedalano 2, max 3 volte la settimana, quindi bikers come tanti, impegnati a trovare il giusto equilibrio tra lavoro, impegni personali e passione.
Tanti altri avrebbero potuto portarlo a termine, c'è chi ha fatto sicuramente cose piu' difficili ed impegnative ma è parimenti vero che tanti altri non ci sarebbero riusciti. 
Personalmente è stata una grandissima soddisfazione. 
Disegnare un percorso e riuscire a farlo come pianificato in termini di tempo e di fattibilità è la prova che una corretta pianificazione è alla base della riuscita di un simile progetto. 
Altro parametro di fondamentale importanza è la resistenza allo sforzo prolungato, aspetto importante per poter ambire a concludere un periplo del genere. Tra ore in sella e le ore a spingere/spallare la mtb nei tratti impossibili, la solo volontà non può sopperire alla mancanza di allenamento.
Tutta la volontà di questo mondo non ti può venire in aiuto quando non ne hai piu'. 
Come l'anno scorso, durante il quale mi dedicai alle marathon per tarare il motore alle lunghe ore in sella, la base per la mia preparazione personale è stata la bdc, senza la quale non avrei avuto il fondo che mi ha permesso di svangare questa sfida. 
Ecco che invece la mtb serve per affinare e consolidare la tecnica e il binomio permette di avere quel minimo di fondo e tecnica che ti può far ambire ad andare piu' in la delle distanze standard tipiche di una granfondo. 


(Il profilo altimetrico complessivo delle tre tappe. Clicca per imgrandire)
Ma bisogna amare le sfide, non basta solo volerlo fare, bisogna mettere l'asticella un po' piu' in alto per poter mettersi alla prova. 
Quindi un raid non è per tutti, senza che questo significhi essere piu' forti o piu' deboli. 
Alcuni preferisco fare uscite a palla di cannone altri preferiscono ritmi lenti e distanza. 
Ognuno ha ragione e nessuno ha torto. 
Il raid appena trascorso mi ha regalato quelle emozioni che solo alcune escursioni lunghe mi avevano in parte fatto provare ma mai avevo provato a fare 3 tappe durissime in 3 giorni ed essere riuscito a farlo mi ha fatto conoscere ancor di piu' i limiti della mia resistenza da biker. 
In 3 giorni come quelli appena trascorsi, impari tante cose da te stesso, senti i messaggi che lancia il tuo corpo e impari a decifrarli, sai che devi andare avanti con un certo ritmo sapendo che non devi andare troppo forte ma nemmeno troppo piano perchè il rispetto dei tempi è fondamentale. 
Potrei parlare del materiale, della mtb, di tante altre cose ma sarebbero solo parole, che servirebbero a poco.
L'esperienza diretta di escursioni lunghe e difficili o i raid sono il miglior viatico per affinare la scelta del proprio materiale e relativo packaging.
Infine vorrei spendere due meritate parole sui compagni di avventura, che rappresentano il valore aggiunto al fascino di un raid. La comunità di intenti, la compatibilità caratteriale, il reciproco rispetto sono fattori che contribuiscono enormemente a far si che la durezza della tappa sia affrontata sempre con il sorriso e senza patemi, in nome di una passione che deve essere sempre foriera, comunque vada, di esperienze positive ed io su questo aspetto sono stato molto fortunato: grazie Andrea.
Ed ora avanti...verso il prossimo raid...

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