PREMESSA
Eccomi qui a raccontarvi la mia Legend 2011. Inizio con il dire che sono estremamente soddisfatto di aver portato a termine il terribile percorso marathon. Nelle ultime settimane tra lavoro, famiglia ed alcune elaborazioni da fare per la Legend (carta della logistica e 3D del percorso, che sono poi state affisse nella segreteria) mi avevano lasciato pochissimo tempo per le uscite in mtb con l'unica vera uscita coincidente con la Divinus Bike. Sapevo di avere circa 60 km di autonomia max e così è stato. Alla Divinus avevo finito la gara (47 km) con le gambe ancora belle fresche ma per la Legend rimaneva l'incognita di quando sarei andato in riserva. Avevo previsto una tattica di gara attenta che prevedeva di terminare il Classic senza spingere troppo in circa 2h45', spingere fino a Malga Vazzo e sbarazzarsi del "cancelletto", rifiatare fino a S.Mauro di Saline, affrontare agile l'ascesa fino all'eremo di San Moro e poi affrontare gli ultimi 10 km con quello che era rimasto nelle gambe e con la volonta di finirla ad ogni costo.
Eccomi qui a raccontarvi la mia Legend 2011. Inizio con il dire che sono estremamente soddisfatto di aver portato a termine il terribile percorso marathon. Nelle ultime settimane tra lavoro, famiglia ed alcune elaborazioni da fare per la Legend (carta della logistica e 3D del percorso, che sono poi state affisse nella segreteria) mi avevano lasciato pochissimo tempo per le uscite in mtb con l'unica vera uscita coincidente con la Divinus Bike. Sapevo di avere circa 60 km di autonomia max e così è stato. Alla Divinus avevo finito la gara (47 km) con le gambe ancora belle fresche ma per la Legend rimaneva l'incognita di quando sarei andato in riserva. Avevo previsto una tattica di gara attenta che prevedeva di terminare il Classic senza spingere troppo in circa 2h45', spingere fino a Malga Vazzo e sbarazzarsi del "cancelletto", rifiatare fino a S.Mauro di Saline, affrontare agile l'ascesa fino all'eremo di San Moro e poi affrontare gli ultimi 10 km con quello che era rimasto nelle gambe e con la volonta di finirla ad ogni costo.
IL PREGARA
Passo a prendere Roby a Stallavena e alle 0815 siamo a Velo Veronese, già pieno di gente e di macchine. Conoscendo la logistica mi dirigo verso la stradina alle spalle della segreteria di gara e alcune centinaia di metri dopo parcheggio ritrovandomi quasi a fianco del blogger Anonimo Turnover con il quale durante i preparativi ci scambiamo battute e foto. Andiamo a fare colazione ed ecco incontrare il Conte Savoia, il Marcante, il Pezzo, Diego, Andrea, il Fibi, Zaffa e i bikers di MTB4ALL presenti sia con la costola veneta che quella mantovana. Sul piazzale becchiamo il biker più stravagante (ed anziano) della giornata, un autentico fenomeno.
Passo a prendere Roby a Stallavena e alle 0815 siamo a Velo Veronese, già pieno di gente e di macchine. Conoscendo la logistica mi dirigo verso la stradina alle spalle della segreteria di gara e alcune centinaia di metri dopo parcheggio ritrovandomi quasi a fianco del blogger Anonimo Turnover con il quale durante i preparativi ci scambiamo battute e foto. Andiamo a fare colazione ed ecco incontrare il Conte Savoia, il Marcante, il Pezzo, Diego, Andrea, il Fibi, Zaffa e i bikers di MTB4ALL presenti sia con la costola veneta che quella mantovana. Sul piazzale becchiamo il biker più stravagante (ed anziano) della giornata, un autentico fenomeno.
Dopo aver fatto colazione ciacolato con alcuni di loro, andiamo a prendere le bici e dopo aver fatto le foto di gruppo eccoci dirigerci lentamente verso le griglie dove io e Roby arriviamo occupando le prime posizioni della 3^ griglia. In griglia becco altre facce conosciute quali Dimitri G. e parlo con lo "svedese" ovvero un biker qui dalla Svezia ma che in realtà trattasi di un oriundo veronese da 40 anni residente nel paese nordico.
LA GARA. Parte Classic
Si parte. Come mio solito patisco a prendere il ritmo, con le gambe legate e quindi salgo su senza spingere rapportoni attendendo di carburare. Roby non riesce a resistere alla tentazione di salire con rapporti più duri e lentamente si allontana fino ad attestarsi a qualche centinaio di metri per tutta la prima parte. Nella discesa verso Vajo Squaranto trovo il delirio con bikers che non riescono a scendere e con soddisfazione faccio la discesa in bici tranne una decina di metri dove un gruppetto di bikers decide di occupare tutto lo spazio non permettendo ad altri di passare. Nel tratto nel bosco supero una marea di bikers ma alla fine del bosco ecco un tappo sul breve single track che mi blocca per circa 5'. Poco male, qualcuno già bestemmia manco dovesse lottare per le prime posizioni ma poi si riprende. Decido di accellerare per recuperare tempo e supero fino Maregge un bel pò di bikers. Da lì in poi accellero un pò, pur andando al risparmio, sapendo che l'obiettivo è terminare il Marathon non fare un tempo dignitoso al Classic. Arrivo bene a Bocca di Selva e da lì fino a San Giorgio vado con un bel colpo di pedale. Ai ristori mi sono sempre fermato sapendo che alimentarsi è essenziale per poter ambire a terminare il marathon quindi anche a San Giorgio mi alimento e bevo sali. Lasciato San Giorgio inizia a piovere. Sulla salita iniziale (dove incontro il Max di Maistraki sotto antibiotico ed impegnato nel Classic) mi fermo e mi metto l'antipioggia. Riprendo la discesa e prima della lunga discesa che porta alla discesa delle Lastre ecco che passa l'ambulanza con le sirene accese, segno che qualcuno s'è fatto male. Sulla discesa supero molti bikers, completamente bloccati e impauriti e sulle Lastre prima e sul single track reso viscido dalla pioggia assisto a numerose cadute. Mi aggancio ad un gruppo e con lo stesso arrivo a Velo Veronese. Al bivio trovo Roby che alza bandiera bianca e decide di mollare il marathon, mi fermo e gli dò le chiavi della macchina. Ora sono solo, sono passati circa 3h5' dalla partenza, un 20' in più rispetto al previsto (tappo e percorso reso viscido in alcuni punti + il mio approccio troppo accorto) ma sono ancora dentro quindi... proseguo.
LA GARA. Parte Marathon
L'obiettivo è arrivare ora a Malga Vazzo. Sulla discesa verso i Sartori resa difficile dalla pioggia una scivolata innocua su una roccia non mi impedicse di certo di proseguire e arrivo alle 4h dalla partenza all'ultimo cancelletto. Mi fermo 5' abbondanti, mangio e bevo, le gambe stanno bene. Giù a cannone sulla discesa nel prato e poi nel bosco ma con il bagnato è tutta un altra musica e bisogna avere le orecchie dritte. A pochi km da S. Mauro le prime avvisaglie di crampi al vasto mediale dx e sx. Bevo sali e proseguo ma la mia azione rallenta. Spuntato sull'asfaltata in salita che porta a San Mauro ecco che arriva la cotta e l'avvisaglia di crampi in arrivo. Stringo i denti, indurisco il rapporto e punto all'ultimo ristoro dove mi accascio in preda ad un serio inizio di crampi. Faccio "stretching, bevo sali, mangio qualcosa e tiro fuori il magnesio ovvero "la soluzione finale". Dopo 10' circa riparto, il magnesio sta facendo effetto e arrivo alle rampe della salita verso l'Eremo. Non me la ricordavo così dura, vado avanti a fatica con il 24, stringo i denti, pedalo a tratti ad occhi chiusi, so solo che devo arrivare, costi quel che costi. Arrivo in cima e comincio a spingere, sentendo che le gambe dopotutto resistono anche se so che posso chiedere ben poco di più di quello che mi stanno dando. Dalla mia la conoscenza del percorso quindi mi preparo per l'ultima terribile parte del marathon ovvero le rampe finali, l'inferno per un biker alla fine di una marathon. Arrivo all'inizio dello sterrato finale sapendo che non riuscirò a farlo in mtb. Scendo e spingo la bici per tutto il tratto . Arrivato alla cementata risalgo in sella e faccio gli ultimi 500 mt sulla dura rampa contraddistinta dalla scritta "benvenuto nella leggenda" salendo con il 24 e supero un biker a 200 mt dall'arrivo.Arrivo al traguardo stravolto ma senza crampi. Sono passate 6h dalla partenza, Almeno 30' in più di quanto preventivato ma va benissimo così. Ce l'ho fatta e sono orgoglioso di me stesso. Gli ultimi 10 km li ho fatti solo con la testa, le gambe erano un appendice.
IL POST GARA
Sul traguardo mi attende Roby che mi abbraccia commosso, orgoglioso anche lui del mio coraggio e so quanto sia sincero il suo sentimento. Mi porta una coca e tempo 10' comicio a far funzionare le mie sinapsi. Tutti i bikers che conosco impegnati sul marathon sono arrivati da tempo ma credo che l'impresa sia nel terminarla, il tempo è secondario. Becco l'amico Vittorio (Affi Bike, faremo la DSB insieme) e ciacoliamo un pò, oltre a Agostino (Andreis), Davide, Marcante, Anonimo, Pezzo, Il Conte, Lupin III e ciacolo un pò con tutti. Vado a cambiarmi, mi metto in tuta ginnica e quindi Pasta Party. Dopo vado a beccare Simone, Michele ed Emiliano con i quali ci scambiamo le prime impressioni. Stanno già iniziando a smontare tutto, hanno un sacco di lavoro da fare, faranno tardi anche oggi, io mi autoesento, sono troppo stanco Alle 1800 ripartiamo in direzione Verona. Anche la 4^ tappa del Lessinia Tour è andata. Tra poche ore altri 2 post sulla Legend ovvero il consuntivo e la galleria fotografica. Ci aggiorniamo
LA GARA. Parte Classic
Si parte. Come mio solito patisco a prendere il ritmo, con le gambe legate e quindi salgo su senza spingere rapportoni attendendo di carburare. Roby non riesce a resistere alla tentazione di salire con rapporti più duri e lentamente si allontana fino ad attestarsi a qualche centinaio di metri per tutta la prima parte. Nella discesa verso Vajo Squaranto trovo il delirio con bikers che non riescono a scendere e con soddisfazione faccio la discesa in bici tranne una decina di metri dove un gruppetto di bikers decide di occupare tutto lo spazio non permettendo ad altri di passare. Nel tratto nel bosco supero una marea di bikers ma alla fine del bosco ecco un tappo sul breve single track che mi blocca per circa 5'. Poco male, qualcuno già bestemmia manco dovesse lottare per le prime posizioni ma poi si riprende. Decido di accellerare per recuperare tempo e supero fino Maregge un bel pò di bikers. Da lì in poi accellero un pò, pur andando al risparmio, sapendo che l'obiettivo è terminare il Marathon non fare un tempo dignitoso al Classic. Arrivo bene a Bocca di Selva e da lì fino a San Giorgio vado con un bel colpo di pedale. Ai ristori mi sono sempre fermato sapendo che alimentarsi è essenziale per poter ambire a terminare il marathon quindi anche a San Giorgio mi alimento e bevo sali. Lasciato San Giorgio inizia a piovere. Sulla salita iniziale (dove incontro il Max di Maistraki sotto antibiotico ed impegnato nel Classic) mi fermo e mi metto l'antipioggia. Riprendo la discesa e prima della lunga discesa che porta alla discesa delle Lastre ecco che passa l'ambulanza con le sirene accese, segno che qualcuno s'è fatto male. Sulla discesa supero molti bikers, completamente bloccati e impauriti e sulle Lastre prima e sul single track reso viscido dalla pioggia assisto a numerose cadute. Mi aggancio ad un gruppo e con lo stesso arrivo a Velo Veronese. Al bivio trovo Roby che alza bandiera bianca e decide di mollare il marathon, mi fermo e gli dò le chiavi della macchina. Ora sono solo, sono passati circa 3h5' dalla partenza, un 20' in più rispetto al previsto (tappo e percorso reso viscido in alcuni punti + il mio approccio troppo accorto) ma sono ancora dentro quindi... proseguo.
LA GARA. Parte Marathon
L'obiettivo è arrivare ora a Malga Vazzo. Sulla discesa verso i Sartori resa difficile dalla pioggia una scivolata innocua su una roccia non mi impedicse di certo di proseguire e arrivo alle 4h dalla partenza all'ultimo cancelletto. Mi fermo 5' abbondanti, mangio e bevo, le gambe stanno bene. Giù a cannone sulla discesa nel prato e poi nel bosco ma con il bagnato è tutta un altra musica e bisogna avere le orecchie dritte. A pochi km da S. Mauro le prime avvisaglie di crampi al vasto mediale dx e sx. Bevo sali e proseguo ma la mia azione rallenta. Spuntato sull'asfaltata in salita che porta a San Mauro ecco che arriva la cotta e l'avvisaglia di crampi in arrivo. Stringo i denti, indurisco il rapporto e punto all'ultimo ristoro dove mi accascio in preda ad un serio inizio di crampi. Faccio "stretching, bevo sali, mangio qualcosa e tiro fuori il magnesio ovvero "la soluzione finale". Dopo 10' circa riparto, il magnesio sta facendo effetto e arrivo alle rampe della salita verso l'Eremo. Non me la ricordavo così dura, vado avanti a fatica con il 24, stringo i denti, pedalo a tratti ad occhi chiusi, so solo che devo arrivare, costi quel che costi. Arrivo in cima e comincio a spingere, sentendo che le gambe dopotutto resistono anche se so che posso chiedere ben poco di più di quello che mi stanno dando. Dalla mia la conoscenza del percorso quindi mi preparo per l'ultima terribile parte del marathon ovvero le rampe finali, l'inferno per un biker alla fine di una marathon. Arrivo all'inizio dello sterrato finale sapendo che non riuscirò a farlo in mtb. Scendo e spingo la bici per tutto il tratto . Arrivato alla cementata risalgo in sella e faccio gli ultimi 500 mt sulla dura rampa contraddistinta dalla scritta "benvenuto nella leggenda" salendo con il 24 e supero un biker a 200 mt dall'arrivo.Arrivo al traguardo stravolto ma senza crampi. Sono passate 6h dalla partenza, Almeno 30' in più di quanto preventivato ma va benissimo così. Ce l'ho fatta e sono orgoglioso di me stesso. Gli ultimi 10 km li ho fatti solo con la testa, le gambe erano un appendice.
IL POST GARA
Sul traguardo mi attende Roby che mi abbraccia commosso, orgoglioso anche lui del mio coraggio e so quanto sia sincero il suo sentimento. Mi porta una coca e tempo 10' comicio a far funzionare le mie sinapsi. Tutti i bikers che conosco impegnati sul marathon sono arrivati da tempo ma credo che l'impresa sia nel terminarla, il tempo è secondario. Becco l'amico Vittorio (Affi Bike, faremo la DSB insieme) e ciacoliamo un pò, oltre a Agostino (Andreis), Davide, Marcante, Anonimo, Pezzo, Il Conte, Lupin III e ciacolo un pò con tutti. Vado a cambiarmi, mi metto in tuta ginnica e quindi Pasta Party. Dopo vado a beccare Simone, Michele ed Emiliano con i quali ci scambiamo le prime impressioni. Stanno già iniziando a smontare tutto, hanno un sacco di lavoro da fare, faranno tardi anche oggi, io mi autoesento, sono troppo stanco Alle 1800 ripartiamo in direzione Verona. Anche la 4^ tappa del Lessinia Tour è andata. Tra poche ore altri 2 post sulla Legend ovvero il consuntivo e la galleria fotografica. Ci aggiorniamo
grande cactus......un onore passare qualche km con te'.....avanti tutta.....
RispondiEliminaCiao e grazie!
RispondiEliminaCredo tu sia I'm Specialized, vero?
Un salutone
Andrea