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giovedì 20 gennaio 2011

Quando lo sport diviene ossessione della forma fisica

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Un tema che ogni tanto emerge e che andrebbe maggiormente verificato anche nel ciclismo amatoriale. In un recente studio vediamo cosa è venuto fuori. Una traccia di riflessione per tutti gli amanti e praticanti di sport. Raggiungere il benessere e la forma fisica ideale si può trasformare in una malattia. Tra fitness estremo, diete che rasentano il digiuno e integratori di dubbia efficacia, l’inseguimento ossessivo dello star bene fisicamente è degenerato in una vera patologia alla quale è stato anche dato un nome: vigoressia. In uno studio condotto recentemente per indagare sul rapporto tra gli italiani e la forma fisica, sono stati interpellati 200 tra dietologi, nutrizionisti, psicologi ed esperti di fitness. Tra i fattori che possono portare i frequentatori delle palestre sull’orlo dell’esaurimento psicofisico, ai primi posti si trovano la timidezza ( 18 per cento), l’insicurezza (25) e soprattutto i modelli mediatici irraggiungibili (31). La vigoressia provoca tra gli ossessionati dalla forma fisica il diffondersi di alterazioni del metabolismo (43 per cento dei casi), di depressione (37) e di problemi cardiovascolari (32), disturbi che sono risultati più diffusi tra le donne in carriera e i trentenni di sesso maschile. Secondo la ricerca, il bombardamento dei mezzi d’informazione mina l’autostima di un italiano su tre, facendo scattare l’ossessione per le diete e per la forma fisica perfetta. Ma se la mania del fitness e della dieta ha contagiato un po’ tutti, ben pochi sanno davvero che cosa fare per tenersi in forma in modo corretto e salutare. Spesso si tende a far da sé, mettendosi a dieta senza consultare il medico e iscrivendosi alla palestra più alla moda. Infatti, solo il 17 per cento pratica uno sport in modo continuativo, mentre un terzo degli italiani si rivolge a palestre per dimagrire e un altro terzo attua diete che spesso promettono risultati eccezionali e poi non mantengono le aspettative. Tra curare il proprio benessere e l’ossessione per la forma fisica c’è una grande differenza. Basta entrare in una qualsiasi palestra, sottolinea lo studio, per accorgersi di come si comportano i maniaci del fitness: dieta ed esercizio fisico sembrano essere l’unico interesse della loro vita (62 per cento); non parlano d’altro che di muscoli, nuovi ritrovati per dimagrire, calorie e grassi (56 per cento). E spesso non si sentono mai paghi: il 39 per cento si lamenta di non essere abbastanza magro e muscoloso, e così, di conseguenza, 44 italiani su 100 seguono costantemente diete rigidissime, prive di grassi ma iperproteiche, e investono nel fitness tutto il tempo e i risparmi acquistando riviste, prodotti dimagranti, abbigliamento e attrezzi da palestra. Dai risultati dell’analisi è emerso che il 27 per cento degli italiani salta i pasti per raggiungere e conservare il peso forma, il 22 per cento assume prodotti dimagranti dannosi per l’organismo, e il 18 segue una dieta ideata in proprio. E se per le donne l’ossessione per il dimagrimento può degenerare nell’anoressia, anche la mania dell’ipertrofia muscolare può trasformarsi in una vera e propria patologia, la vigoressia. Mancanza di autostima e necessità di sentirsi accettati portano infatti ad annullarsi nell’incessante esercizio fisico e nelle diete iperproteiche, con l’obiettivo di arrivare ad avere un corpo ultratonico e muscoli d’acciaio. Le persone più a rischio di vigoressia sembrano essere i maschi tra i 25 e i 35 anni (34 per cento), seguiti da quelli tra i 18 e i 24 anni (27 per cento). Tra le donne sono soprattutto quelle in carriera a trasformarsi in maniache; tra i 25 e i 35 anni infatti, una su quattro è ossessionata dal proprio aspetto, ben più delle giovani (16 per cento) e delle adolescenti (5). Fin qui lo studio. Mi domando: e i ciclisti? Fanno parte anch’essi in qualche misura di queste patologie, o ne sono ampiamente esenti ? Non abbiamo dati certi, ma solo impressioni e segnalazioni di casi molto simili per intensità e durata a quanto descritto sopra. A volte riscontriamo vere e proprie manie, che celano sicuramente altri conflitti sottostanti e che trovano proprio nell’andare in bici la classica “valvola di sfogo”. Sarebbe interessante strutturare uno studio proprio nel mondo del ciclismo per verificare l’entità del fenomeno. Chiudo allora con un semplice consiglio: facciamo che anche il nostro amato sport rimanga un sano investimento per l’equilibrio psicofisico e non si trasformi in un’esasperata ricerca di benessere a tutti i costi. Insomma, a rischio sembrano essere coloro che cominciano a vedere il proprio corpo allontanarsi dal modello di bellezza sempre giovane che non solo è difficile da raggiungere, ma è impossibile da conservare in eterno. (Fonte: dr. Andrea Ferella a.ferella@udace.it)

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